Le associazioni ricreative erano un tempo dedite ad alimentare la passione
per l’approfondimento politico, la lettura, il cinema e ogni forma di arte
comunicativa che potesse essere linfa vitale per quel desiderio di
aggregazione, motore primo dello scopo
di tali associazioni.
Oggi, almeno per quanto riguarda i quartieri “parcheggio” a ridosso del
centro di Bari, fungono da limbo per frotte di “ cercatori d’oro” provenienti
per la maggioranza dal corno d’africa, zona che in tempi andati rivendicavamo
come trampolino di lancio per la folle visione colonizzante che sin dalla notte
dei tempi si annida come un virus letale nella mente di ambigui sostenitori
della fallocrazia. Immigrati disillusi dalla ben piu’ “placcata” realtà’
usufruiscono dei garantisti acronimi, ARCI nella fattispecie, per aggregarsi
con l’unico collante a loro disposizione, litri d’alcool dalla dubbia,
legalmente parlando, somministrazione.
Risultato, ogni sera risse nelle vie del quartiere fino all’alba, cui non disdegnano di partecipare bulletti
autoctoni, “ l’ uagnun”. Fondato è il timore che questo modo di fare potrà
canalizzare la rabbia dilagante contro chi comunque appartiene all’anello
debole della società.
Puntiamo la LENTE D’INGRANDIMENTO sui suddetti circoli e cerchiamo di
ripristinarne l’antico nobile intento di aggregare che ha favorito la nascita
di tali associazioni. E non come ricettacolo e ancestro formativo di emergente
“malavita”.
Paolo Pirretti
purtroppo anche gli stranieri sono usati come esercito di riserva per il capitale come diceva Marx e il sospetto che i promotori dell'immigrazione selvaggia abbiano tutt'altro che nobili intenti è evidente. Soprattutto considerando che si illudono persone bisognose che qui troveranno serenità e benessere. Qui, una nazione con il tasso di occupazione al 56,9% e che non si cura di come sopravviva l'altra.
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