giovedì 28 marzo 2013

COME INTEGR…ARCI


Le associazioni ricreative erano un tempo dedite ad alimentare la passione per l’approfondimento politico, la lettura, il cinema e ogni forma di arte comunicativa che potesse essere linfa vitale per quel desiderio di aggregazione, motore primo  dello scopo di tali associazioni.
Oggi, almeno per quanto riguarda i quartieri “parcheggio” a ridosso del centro di Bari, fungono da limbo per frotte di “ cercatori d’oro” provenienti per la maggioranza dal corno d’africa, zona che in tempi andati rivendicavamo come trampolino di lancio per la folle visione colonizzante che sin dalla notte dei tempi si annida come un virus letale nella mente di ambigui sostenitori della fallocrazia. Immigrati disillusi dalla ben piu’ “placcata” realtà’ usufruiscono dei garantisti acronimi, ARCI nella fattispecie, per aggregarsi con l’unico collante a loro disposizione, litri d’alcool dalla dubbia, legalmente parlando, somministrazione. 
Risultato, ogni sera risse nelle vie del quartiere fino all’alba,  cui non disdegnano di partecipare bulletti autoctoni, “ l’ uagnun”. Fondato è il timore che questo modo di fare potrà canalizzare la rabbia dilagante contro chi comunque appartiene all’anello debole della società.
Puntiamo la LENTE D’INGRANDIMENTO sui suddetti circoli e cerchiamo di ripristinarne l’antico nobile intento di aggregare che ha favorito la nascita di tali associazioni. E non come ricettacolo e ancestro formativo di emergente “malavita”.     
Paolo Pirretti


1 commento:

  1. purtroppo anche gli stranieri sono usati come esercito di riserva per il capitale come diceva Marx e il sospetto che i promotori dell'immigrazione selvaggia abbiano tutt'altro che nobili intenti è evidente. Soprattutto considerando che si illudono persone bisognose che qui troveranno serenità e benessere. Qui, una nazione con il tasso di occupazione al 56,9% e che non si cura di come sopravviva l'altra.

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