Una lente
d’ ingrandimento sugli ospedali del capoluogo pugliese tra i quali il
maggiormente colpito risulta il Di Venere dove il Piano di rientro ha avuto
ripercussioni sulle piante organiche, con turni massacranti, tagli al
personale, assistenza a rischio.
Il tutto viene
fatto risalire alla manovra drastica del Riordino Ospedaliero che solo a Bari ha fatto saltare
200 posti letto circa la metà solo all’ Ospedale Di Venere , 19 ad ortopedia,
una dozzina a chirurgia Generale e altrettanti tra neurochirurgia , e chirurgia
d’urgenza seguiti poi da Neuro e clinica dermatologica il risultato evidente sono pazienti
che vengono sistemati sulle barelle, perchè l’alternativa potrebbe essere la
ricerca di una posto a 100 chilometri di distanza.
Sulla carta la manovra prevedeva interventi volti alla realizzazione di un nuovo modello organizzativo, ridefinendo l’offerta di posti letto per migliorare la qualità del Servizio sanitario regionale in un ottica di contenimento dei costi.
Sulla carta la manovra prevedeva interventi volti alla realizzazione di un nuovo modello organizzativo, ridefinendo l’offerta di posti letto per migliorare la qualità del Servizio sanitario regionale in un ottica di contenimento dei costi.
Nello specifico, gli interventi dovevano essere mirati a ridurre i ricoveri, i posti letto
per acuti e a riconvertire e/o disattivare alcuni presidi ospedalieri.
Senza parlare poi delle disfunzioni prodotte dagli accorpamenti e dalle disattivazioni delle singole
unità operative negli ospedali non destinati alla chiusura, per lo meno
immediata, come nel caso del Di Venere dove avendo trasferito, per ragioni
ancora poco chiare , il reparto di anatomia
patologica al S. Paolo i tempi dei referti degli esami istologici sono raddoppiati e
l’esito non lo si conosce prima di almeno trenta giorni e, sappiamo, come la celerità di diagnosi può determinare la vita o la morte di
una persona.
Belle intenzioni che si sono tradotte nella riduzione dei
posti letto , nei tagli al personale senza l’attivazione di strutture
extraospedaliere per garantire l’assistenza domiciliare ,
semiresidenziale o
residenziale a pazienti post-acuti o cronici
Guai ai malati, guai ai deboli, carne da macello in balia di altri interessi ben lontani dal benessere del cittadino e viva le guerre tra ospedali, pensiamo a titolo di esempio al contenzioso tra il Di Venere
e il Fallacara di Triggiano in merito al reparto di Pneumatologia ,che, a detta
degli esperti, essendo
un’Unità destinata a malati complessi per garantire l’assistenza massima è
necessario che siano ospitati in Ospedali che contengano altre discipline
(cardiologia, Chirurgia ecc), certezza che l’ Ospedale di Carbonara, uno dei
principali pugliesi, può garantire come promise l'ingegnere De Caro, Consigliere
della Regione Puglia, nell varie assemblee dei cittadini. Rimangono quindi misteriose le ragioni per cui la terza Commissione Sanità
Puglia ,adducendo la scusa dei lavori nell’ex reparto di Dermatologia , ha
votato inspiegabilmente contro.
Un esempio questo tra i tanti la realtà è che quando si ha la disgrazia di ammalarsi si precipita in un girone dantesco in cui si ammassano decisioni incoerenti per non dire poco
trasparenti e strutture che non reggono più il carico di lavoro a causa di un numero di
addetti insufficiente, per non dire in alcuni casi inesistente. così nel nostro peregrinare da una struttura all'altra scopriamo, oltre i pochi operatori sanitari e i moltissimi pazienti, i cantieri aperti delle “dovute ristrutturazioni” di reparti che rischiano di essere solo dei non luoghi
attrezzatissimi ma tristemente abbandonati,(cfr. fondi europei previsti dall’accordo di programma del 2004 che
prevedeva per la Puglia la realizzazione di 41
interventi prioritari per la riqualificazione della rete ospedaliera e territoriale, fondi che andavano
necessariamente “appaltati”, e manco a dirlo tra i 41 interventi c’è anche il
Di Venere che si ritrova così straordinarie ,
sale chirurgiche di ultima generazione e ambienti alla moda vuoti).
Ma le carte sono in regola e la l'oro legge è sempre legge, così nel mondo dell’assurdo
e delle regole contrarie si ristrutturano reparti che spariranno.
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