domenica 24 marzo 2013

Lacrime e sangue per gli ammalati pugliesi


Una lente d’ ingrandimento sugli ospedali del capoluogo pugliese tra i quali il maggiormente colpito risulta il Di Venere dove  il Piano di rientro ha avuto ripercussioni sulle piante organiche, con turni massacranti, tagli al personale, assistenza a rischio.
Il tutto viene fatto risalire alla manovra drastica del Riordino Ospedaliero  che solo a Bari ha fatto saltare 200 posti letto circa la metà solo all’ Ospedale Di Venere , 19 ad ortopedia, una dozzina a chirurgia Generale e altrettanti tra neurochirurgia , e chirurgia d’urgenza seguiti poi da Neuro e clinica dermatologica  il risultato evidente sono pazienti che vengono sistemati sulle barelle, perchè l’alternativa potrebbe essere la ricerca di una posto a 100 chilometri di distanza.
Sulla carta la manovra prevedeva interventi volti alla realizzazione di un nuovo modello organizzativo, ridefinendo l’offerta di posti letto per  migliorare la qualità del Servizio sanitario regionale  in un ottica di contenimento dei costi.
Nello specifico, gli interventi dovevano essere mirati  a ridurre i ricoveri, i posti letto per acuti e a riconvertire e/o disattivare alcuni presidi ospedalieri. 
Senza parlare poi delle disfunzioni prodotte dagli accorpamenti  e dalle disattivazioni delle singole unità operative negli ospedali non destinati alla chiusura, per lo meno immediata, come nel caso del Di Venere dove avendo trasferito, per ragioni ancora poco chiare ,   il reparto di anatomia patologica al S. Paolo i tempi dei referti degli esami istologici sono raddoppiati e l’esito non lo si conosce prima di almeno trenta giorni e, sappiamo, come la celerità di diagnosi  può determinare la vita o la morte di una persona.
Belle intenzioni che si sono tradotte nella riduzione dei posti letto , nei tagli al personale senza l’attivazione di strutture extraospedaliere per garantire l’assistenza domiciliare , semiresidenziale  o residenziale a pazienti post-acuti o cronici
Guai ai malati, guai ai deboli, carne da macello in balia di altri interessi ben lontani dal  benessere del cittadino e viva  le guerre tra ospedali, pensiamo a titolo di esempio  al contenzioso tra il Di Venere e il Fallacara di Triggiano in merito al reparto di Pneumatologia ,che, a detta degli esperti,  essendo un’Unità destinata a malati complessi per garantire l’assistenza massima è necessario che siano ospitati in Ospedali che contengano altre discipline (cardiologia, Chirurgia ecc), certezza che l’ Ospedale di Carbonara, uno dei principali pugliesi, può garantire come promise l'ingegnere  De Caro, Consigliere della Regione Puglia, nell varie assemblee dei cittadini. Rimangono quindi misteriose le ragioni per cui   la terza Commissione Sanità Puglia ,adducendo la scusa dei lavori nell’ex reparto di Dermatologia , ha votato inspiegabilmente contro. 
Un esempio questo tra i tanti la realtà è che quando si ha la disgrazia di ammalarsi si precipita in un  girone dantesco in cui si ammassano decisioni incoerenti per non dire  poco trasparenti e strutture che non reggono più il carico di lavoro a causa di un  numero di addetti insufficiente, per non dire in alcuni casi inesistente. così nel nostro peregrinare da una struttura all'altra scopriamo, oltre i pochi operatori sanitari e i moltissimi pazienti, i cantieri aperti delle “dovute ristrutturazioni” di reparti che rischiano di essere solo dei non luoghi attrezzatissimi ma tristemente  abbandonati,(cfr. fondi europei previsti dall’accordo di programma del 2004 che prevedeva per la Puglia  la realizzazione di 41 interventi prioritari per la riqualificazione della rete ospedaliera  e territoriale, fondi che andavano necessariamente “appaltati”, e manco a dirlo tra i 41 interventi c’è anche il Di Venere che si ritrova così straordinarie  , sale chirurgiche di ultima generazione e ambienti alla moda  vuoti).
Ma le carte sono in regola e la l'oro legge è sempre legge, così nel mondo dell’assurdo e delle regole contrarie si ristrutturano reparti che spariranno.

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