sabato 28 novembre 2015

Meglio "analfabeti funzionali” che pappagalli da tastiera

Da tempo l’OCSE, scatola cinese sovranazionale d'impostazione ultraliberista, lancia allarmi sui presunti difetti del popolo italiano (gli studenti italiani sono i meno bravi in matematica; gli operai italiani sono i meno produttivi d'Europa, ecc.); difetti che si correggerebbero, manco a dirlo, con le “riforme strutturali” imposte dai mercati finanziari ai nostri governi.
Ma l'ultima campagna di mistificazione, diffusa da organi come Repubblica e presa puntualmente per oro colato dagli utenti medio-semicolti della rete, riguarda il cosiddetto "analfabetismo funzionale". Un neo-luogo comune che sta prendendo piede soprattutto grazie al passaparola virtuale di quegli indignados da tastiera il cui massimo orizzonte culturale è fare il verso a Matteo Salvini e alle sue scemenze. Quasi tutti, non a caso, si riconoscono nella “sinistra”, la parte più autoreferenziale e classista della popolazione italiana.

Il popolo italiano deterrebbe il record mondiale di analfabetismo funzionale. Il 47% della popolazione tra i 16 ed i 65 anni, come i solerti semicolti dimostrano copincollando in giro una credibilissima tabella di Wikipedia (proprio quella di cui solitamente sostengono di non fidarsi).
Ma chi è di preciso l'analfabeta funzionale? Anzitutto, colui che "pur sapendo leggere un articolo di giornale, non riesce ad estrapolarne i concetti base". Cioè, "non comprende il senso di un articolo pubblicato su un quotidiano".
Visto che per “quotidiano” s'intende la sola stampa ufficiale, e per "articoli" il concentrato giornaliero di censure e manipolazioni diffuse dalla suddetta stampa, è solo un bene che i cittadini non recepiscano i "concetti base". Ma evidentemente per chi ha condotto la ricerca OCSE la stampa ufficiale è una fonte neutra, sempre affidabile.
Ad essere valutata, infatti, è solo la facoltà degli individui di capire un testo, non (come si potrebbe credere) la loro attitudine a valutarlo in modo critico. In sostanza, l'analfabeta è chi non capisce il linguaggio dei pennivendoli e dei cosiddetti "esperti". Linguaggio che spesso e volentieri è zeppo di cifre gonfiate, di citazioni a caso, di insopportabili tecnicismi e sofismi, fatto apposta per confondere le idee (per poi manipolarle). Ahi ahi caro italiano medio, se non capisci gli "esperti" è solo colpa tua!

L'altro difetto del neo-analfabeta è che "dinnanzi a situazioni di ordine generale, tende ad utilizzare solamente la propria esperienza personale per poter elaborare un giudizio". Parole sante! Perché fare affidamento sulla propria esperienza realmente vissuta? Possiamo conoscere il mondo attraverso la televisione, i film e i giornali; fidandoci ciecamente di “esperti” e opinionisti vari per i quali tutto va bene e viviamo nel migliore dei mondi possibili. Meglio fare a meno di confrontare la loro descrizione della realtà con quello che vediamo con i nostri occhi o subiamo sulla nostra pelle tutti i giorni. 

Elaborare una notizia secondo l'esperienza personale è dunque da ignoranti perché si "generalizza". Fin troppo ovvio il riferimento agli “italiani razzisti”, che danno filo da torcere ai sinistrati multicolore sui social network.
A fare una stupida generalizzazione, però, sono gli stessi "antirazzisti". Se ci astenessimo tutti dal fare considerazioni generali partendo da episodi personali... Giungeremmo a sostenere non solo l'inesistenza del problema sicurezza (per colpa dei soli immigrati o no, va stabilito in altra sede) ma per analogia anche di ogni altro problema o situazione "generale", e generale proprio perché ci riguarda tutti in via "particolare". La consapevolezza dei problemi resterebbe limitata all'individuo e al suo privato, invece di essere collettiva. Ma come si fa non accorgersi di tutta la stupidità che si annida nel manicheismo degli "osservatori" dell'OCSE?

Altra conferma del record di analfabeti funzionali sarebbe il fatto che in Italia "proliferano bufale, sia di carattere scientifico sia politico".
Assioma che, com'è facile intuire, si riferisce a tutti i contenuti difformi dai messaggi diffusi dai grandi media e dai canali di conoscenza istituzionalizzati. Contenuti messi in uno stesso calderone con certi allarmismi esagerati che si propagano nelle fasce inferiori della popolazione (e che talora hanno un fondo di verità, ma che importa? Sono fesserie per gente di basso ceto, no?). 
A fabbricare le vere bufale, però sono gli organi d'informazione "autorevoli" (di cui talvolta vengono smascherate platealmente certe patacche riciclate) e spesso anche i semicolti, ossia i soggetti che idealmente si contrappongono agli analfabeti funzionali.
Vedi ad es. gli "antirazzisti" che vantano di aver creato e diffuso false notizie di crimini commessi da extracomunitari, per denunciare - dicono - il "razzismo degli italiani creduloni", facendosi beffa di tutti gli altri casi autentici e gravi di cronaca nera (spesso impuniti).
Insomma, come nel caso dell'"esperienza personale", si screditano tutti i contenuti che potrebbero indurci a guardare il mondo soprattutto attraverso la nostra autonoma riflessione su fatti autentici. "Nostra" di noi come "popolo", oltre che come singoli.

Visto che siamo analfabeti, scegliamo "politici che si rivolgono alla "pancia" della popolazione, ottenendo un gran numero di facili consensi".
Già, per i benestanti è sbagliato a prescindere parlare "alla pancia" della comunità, cioé occuparsi dei suoi problemi concreti: come le tasse sempre più alte, il degrado e la criminalità, l'impoverimento dei lavoratori, la chiusura delle piccole medie imprese, l'inefficienza dei pubblici servizi, la malasanità... Tutto frutto di "generalizzazione" e di "bufale".
La 'buona politica', invece, è la reiterata declamazione di formule retoriche sulla libertà e l'uguaglianza, di discorsi astratti che non incidano mai sulle condizioni della comunità. Chi affronta questioni pratiche con ricette radicali e soddisfacenti cerca solo "facili consensi”.
La 'buona politica' invece, richiede consensi 'difficili'.... Praticamente non ne ha bisogno. È antipopolare.
Gli analfabeti funzionali pensano solo alla pancia, cioè alla loro condizione economica e sociale sfavorita. Invece bisogna pensare “col cervello” o "con il cuore". Come chi, avendo la pancia piena, si occupa di battaglie prioritarie, come... la chiusura delle sedi fasciste, la condivisione virale di video sulle famiglie gay e lesbiche, o un bell'assalto ad ambasciate iraniane, libiche, russe o siriane. 

Naturalmente il facebookaro medio non dorme tranquillo sapendo di vivere in una nazione di analfa-funzionali. “Questi votano”.
E allora, ragliano i commentatori all'unisono, “bisognerebbe togliere il diritto di voto a certa gente”. Tradotto, chi non vota le forze del progresso e della “cultura” (PD, Scelta civica, Rifondazione, SEL) dev'essere estromesso dalla cosa pubblica. A costo di reintrodurre il suffragio censitario. Toh. Sono “antirazzisti”, lottano per la libertà e la democrazia, ma parlano da aristocratici, da monarchici ottocenteschi, da reazionari. 
Poi c'è chi propone correttivi: "dovrebbe votare solo chi ha letto almeno una volta un libro" (perché chi legge quintali di libri è automaticamente più saggio e intelligente, secondo loro). Ma sono tutti d'accordo nel ritenere che gli analfabeti costituiscono un pericolo non solo in quanto votano ma "lavorano, scrivono, condividono", e perfino respirano. 

I paladini del "senso critico" non vengono mai sfiorati dall'idea di essere loro stessi ignoranti e superficiali. Tra di loro, basta aver detto una battuta cretina contro Salvini per esser considerati dei geni. 
Eppure, sono costretti ad ammettere il “tasso di abbandono scolastico ancora elevatissimo”, il “bisogno di una seria politica di riforma della scuola” e “l'eccessivo nozionismo” che “rende lo studente, anche quello con voti molto alti, poco incline al ragionamento e allo sviluppo di un senso critico”.
Ma allora se sono questi i fattori della neo-ignoranza, perché prendersela con chi, da lungo tempo, ne subisce solo gli effetti? Dopo tutti gli slogan “contro chi ci vuole ignoranti” che da "ciovani" i radical chic intonavano nei cortei studenteschi, qui si generalizza parlando di popolino retrogrado e ritardato per colpa sua e non di chi lo vuole tale?

Questi fini politologi si sono mai fatti delle domande su tutti questi punti? Pare di no. E purtroppo sono anche in bella compagnia.
Anche i cosiddetti "sovranisti" che fustigano l'ipocrisia della sinistra atlantica e globalizzatrice,  infatti, credono allo spauracchio dell'analfabetismo funzionale. Cambia poco rispetto ai vari sinistri vendoliani e da centro sociale. Gli uni definiscono l'italiano medio un potenziale fascista, grillino o leghista. Gli altri, invece, spesso la Lega o i 5 Stelle li appoggiano. Ma tutti ugualmente si scandalizzano per l'”ignoranza” dell'uomo della strada, pensando di poterla guarire con le loro statistiche, con i pianti greci e con le grida stridule di sdegno sulla serva Italia di dolore ostello. Senza rimuoverne mai le cause a monte. 
Puntano il ditino contro chi non la pensa come loro, dandogli dell'analfabeta funzionale, invece di illuminarlo con la forza dei loro argomenti.
Sempre ammesso che questi siano validi. 

A.R.

venerdì 20 novembre 2015

Diffamatori libertari

Potrei sbagliarmi, ma complementari alla fallacia delle Fallaci e degli Allam sono i ciucci e presuntuosi alla Paolo Barnard, che in sintesi dice "stanno reagendo perché ci odiano, vogliono vendicarsi di come li abbiamo massacrati". Seguono puntualmente 20 miliardi di improperi vero i suoi lettori. 
L'ignorante non riesce a capirlo: non esiste nessun "ci odiano" e nessun "abbiamo"! I popoli occidentali ("idioti" per Barnard) non hanno deciso loro di tenere sotto il tallone i popoli del medio oriente; lo hanno deciso i governi occidentali, gli unici veri responsabili del colonialismo, vecchio e nuovo! Allo stesso modo, i popoli del medio oriente fanno parte di situazioni e contesti geopolitici peculiari gli uni rispetto agli altri, mentre il Barnard sembra trattarli come un aggregato indistinto di vittime straccione in mezzo al deserto piene di nobile risentimento infiammato dalla religione. Su questo assume lo stesso assioma della Fallaci, anche se "a rovescio": civiltà occidentale vs arabo-islamici in blocco che provano odio. Odio che per la Fallaci ha radici religiose e di inferiorità razziale-culturale; per Barnard ha radici economiche e storiche più o meno giustificabili. Ma la banalizzazione dei fatti è identica. Il succo cavato dalle due (teste di) rape è lo stesso. D'altronde, il fatto che entrambi siano stati inviati speciali "libertari" per testate giornalistiche 'rispettabili', dal Corriere alla RAI, sembra dire molto su quale sia il loro sguardo (occidentalizzato) sul mondo. 

Non c'è alcun "reagiscono". Il popolo siriano non reagisce all'aggressione occidentale mandando terroristi integralisti a Parigi, ma (come già tentò di fare la Libia) combattendo sul suo stesso territorio gli invasori ISIS (dei vendicatori per Barnard). La Siria non si sta vendicando, difende la propria sovranità e il suo governo legittimo, laico e socialista, governo infangato dall'alfiere della MMT come "dittatura sanguinaria" in buona compagnia dei mass-media bugiardi che Barnard dice tanto di odiare (ma tant'è, lui è la sola fonte di verità su tutti gli altri galli del pollaio del "giornalismo" complottaio ex travagliato-vulpiesco, con cui da 6 anni è ancora in contenziosi personali). I terroristi SIIL sono ben altra cosa, non stanno vendicando i popoli arabi dai massacri del passato. Sono marmaglia addestrata e finanziata dai governi atlantici, dai sionisti e dagli sceicchi ed emiri del wahabitismo-salafismo. Non sono gli arabi e/o musulmani in blocco che "ci odiano" e si organizzano per farcela pagare. Sono pedine imbottite di denaro e armi da chi punta all'attuazione di piani militari e strategici ben pianificati in occidente per colpire certi paesi e certi governi. Senza di mezzo templari, massoni, scie chimiche e altra roba fessa che Barnard rinfaccia rabbioso a chiunque abbia una visione diversa dalla sua, nel tentativo di proporre come dietrologia giusta solo la propria e di far passare per complottista visionario chi invece è storico, filosofo od osservatore serio. 

In sintesi, si fa passare l'idea per cui la reazione del mondo arabo a decenni di imperialismo sarebbe il terrorismo stragista ISIS, come se fosse l'unica in atto e quindi la sola da giustificare. Non la resistenza dei popoli bombardati e non gli ultimi scampoli di socialismo arabo. Ma del resto, per il vate della 'Censura legale' la speranza per i popoli del Terzo mondo e per i migranti non è rappresentata da figure come Gheddafi, bellamente ignorate. No, dal "Piano Marshall" di... Franco Frattini, proprio l'ex ministro degli esteri che ha avallato la propaganda anti-Gheddafi e poi i bombardamenti sulla Jamahiriya che hanno causato la "strage dei barconi"; il miserevole ex-Manifesto e poi scissionista atlantico del PDL, famoso poi per il suo passaporto israeliano. 
Ci sarebbe da fregarsene di Barnard, se non fosse che non smette mai di delirare; dopo l'ennesimo addio rabbioso all'internet e al mondo crudele (e contro i suoi lettori masochisti) ritorna in pista con più pipponi di prima; si dovrebbe ignorarlo, se non fosse che i suoi scritti riemergono sul web come fiumi carsici (vedi il nuovo bollettino Economia Democratica, su FB) e c'è ancora qualcuno che vi da credito.

Pasquino

sabato 14 novembre 2015

La creatura americana: l’alleanza tra Usa e Isis svelata in 26 punti

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La creatura americana: 26 punti che svelano l’alleanza tra Usa e Isis  

La guerra al terrore è in realtà un supporto all’Islam radicale. La creatura americana compie 40 anni: 26 punti che svelano l’alleanza tra Usa e Isis. Un professore emerito dell’Università di Ottawa, in Canada, ha spiegato in 26 concetti perché lo Stato islamico è un importante alleato degli Stati Uniti e come la “guerra al terrore” è in realtà un supporto all’Islam radicale.
“La guerra degli Stati Uniti contro lo Stato islamico è una grande bugia.” Così inizia il suo articolo Michel Cossudovsky, un economista canadese, scrittore e professore dell’Università di Ottawa, in Canada, pubblicato sul sito web del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione.
Dopo aver analizzato centinaia di documenti, il professore giunge ad una serie di conclusioni che a prima vista sembrano un paradosso: l’intera politica degli Stati Uniti relativa alla lotta contro il terrorismo in realtà serve gli interessi jihadisti, a loro volta, sono supportati e finanziati dal governo degli Stati Uniti. In 26 concetti Cossudovky spiega come è arrivato ad avere questa opinione.
Storia di Al Qaeda
1. Al Qaeda ed i suoi affiliati ricevono il pieno sostegno degli Stati Uniti quasi 40 anni fa, all’inizio della guerra sovietico-afghana (1979-1989).
2. In un periodo di dieci anni 1982-1992 circa 35.000 jihadisti provenienti da 43 paesi sono reclutati per la jihad afgana nei campi di addestramento della CIA (Agenzia di intelligence) in Pakistan. Migliaia di annunci, pagati dagli Stati Uniti, sono apparsi nei media di tutto il mondo per motivare i giovani a unirsi alla jihad.
3. L’Università del Nebraska, negli Stati Uniti, pubblica libri jihadisti per diffonderli, a quel tempo, nelle scuole dell’Afghanistan.
4. Osama bin Laden, il terrorista “numero uno” per gli Stati Uniti, è reclutato dalla CIA nel 1979 quando lancia la guerra jihadista patrocinata dagli USA contro l’Unione Sovietica in Afghanistan. Ha 22 anni quando termina la sua formazione nel campo di guerriglia della CIA.
5. Ronald Reagan, quarantesimo presidente degli Stati Uniti, chiama i terroristi di Al Qaeda “combattenti per la libertà”. Il governo statunitense fornisce armi alle brigate islamiche per combattere contro l’Unione Sovietica. Il cambio di regime porta alla fine del governo laico in Afghanistan.


Lo Stato islamico (IS)
6. Lo Stato islamico è inizialmente un’entità affiliata di Al Qaeda creata dai servizi segreti americani, con il sostegno del MI6 britannico, dal Mossad di Israele e dalle intelligence di Pakistan e l’Arabia Saudita.
7. Le brigate dell’Is partecipano con gli Stati Uniti e la NATO nella guerra civile in Siria diretta contro il governo di Bashar al Assad.
8. La NATO e gli alti funzionari turchi sono i responsabili del reclutamento di militanti dello Stato islamico e di al-Nusra (gruppo radicale islamico siriano) dall’inizio del conflitto in Siria nel 2011.
9. Nelle file dell’Isis c’è una rappresentanza dell’esercito e dell’intelligence degli stati occidentali.Così, il MI6 britannico partecipa alla formazione dei jihadisti ribelli in Siria.
10. In una informazione della CNN il 9 Dicembre 2012 un alto funzionario statunitense e diversi diplomatici di alto livello ammettono che “Stati Uniti e alcuni alleati europei, attraverso militari specializzati, addestrano i ribelli siriani affinché garantiscano scorte di armi chimiche in Siria.”
11. La pratica delle decapitazioni dell’Isis fa parte di programmi di formazione degli jihadisti attuati in Arabia Saudita e Qatar.
12. L’Arabia Saudita, alleato degli Stati Uniti, libera dalle sue carceri migliaia di detenuti a condizione che si uniscano alla lotta dell’Isis contro Assad in Siria.
13. Israele sostiene le brigate di Is e al-Nusra nel Golan, un territorio conteso da Israele e Siria. Nel febbraio 2014 il primo ministro israeliano,Benjamin Netanyahu, visita un ospedale al confine con la Siria, dove stringe la mano ad un ribelle siriano ferito.


Siria e Iraq.
14. L’Isis agisce come un avamposto militare degli interessi degli Stati Uniti e dei suoi alleati dal momento che causa distruzione e caos politico ed economico in Siria e Iraq.
15. L’attuale senatore degli Stati Uniti John McCain incontra i leader terroristi jihadisti, tra cui militanti dell’Isis, in Siria.

16. Lo Stato islamico, che presumibilmente resiste al bombardamento della coalizione guidata dagli Stati Uniti, continua a ricevere aiuti militari segreti dagli Stati Uniti.
17. I bombardamenti di Usa e dei suoi alleati non sono diretti allo Stato islamico, ma all’infrastruttura economica dell’Iraq e della Siria tra cui fabbriche e raffinerie di petrolio.
18. Il progetto del califfato si inserisce perfettamente nell’agenda della politica estera degli Stati Uniti da molti anni al fine di dividere Iraq e Siria in tre aree distinte: una repubblica del Kurdistan, un califfato islamico sunnita e una Repubblica araba sciita.
“La guerra contro il terrorismo”
19. “La guerra contro il terrorismo”, una campagna degli Stati Uniti iniziata nel 2001 e supportata da alcuni membri della NATO, si presenta come uno “scontro di civiltà”, quando in realtà persegue obiettivi economici e strategici.
20. Gli Stati Uniti appoggiano segretamente vari affiliati di Al Qaeda in Medio Oriente, in Africa sub-sahariana e in Asia per creare conflitti interni e destabilizzare i paesi indipendenti.
21. In questi gruppi si possono nominare Boko Haram in Nigeria, il Gruppo combattente islamico in Libia o Jemaah Islamiyah in Indonesia.
22. Le organizzazioni affiliate ad Al Qaeda nella regione autonoma di Xinjiang Uigur, in Cina, ricevono anche il sostegno degli Stati Uniti. Lo scopo dichiarato di queste organizzazioni jihadiste è di stabilire un califfato islamico nella Cina occidentale.
“I nostri” terroristi.
23. Il paradosso è che, mentre l’Isis è cresciuta grazie al sostegno americano, l’obiettivo “strategico” degli Stati Uniti è la lotta contro l’islamismo radicale del gruppo jihadista.
24. La minaccia terroristica è una creazione puramente americana che è promossa da altri governi occidentali e dai media. Sotto l’obiettivo della difesa della vita dei suoi cittadini, dall’altra parte libertà civili e privacy vengono violate.
25. La campagna anti-terroristica contro Al Qaeda e lo Stato islamico ha contribuito notevolmente alla “demonizzazione” dei musulmani, che vengono associati alle crudeltà dei jihadisti.
26. Chiunque metta in discussione la “guerra al terrore” è dichiarato terrorista e sottoposto alle numerose leggi anti-terrorismo approvate negli ultimi dieci anni negli Stati Uniti.