lunedì 7 marzo 2016

Nostrismo e "Azione culturale". Così è, se vi pare

La pagina facebook "La Via Culturale al Socialismo"-"Azione culturale" finora ha condotto un'apprezzabile battaglia contro il degrado della sinistra italiana, mettendo alla berlina tutti i suoi miti pro-immigrazionisti, gay-friendly e antirussi. 

Peccato che Alessandro Catto, il gestore della pagina, pur riallacciandosi a marxismo, nostalgia dell'URSS e altri simili richiami, scriva per "Il Giornale" (com'è un peccato speculare che uno Fusaro scriva per "Il Fatto Quotidiano"). Ma soprattutto, come emerso dal blog di LVCS, abbia per parecchio tempo guardato favorevolmente alla Lega di Salvini come sponda politica. E quasi unicamente per il fatto che il leader del Carroccio oggi rappresenta il personaggio più esecrato dalla feccia politica vendoliana, rifondarola, centrosociala, immigrazionista. La feccia che viene (tra l'altro giustamente) fustigata quotidianamente dalla pagina. Il punto è: può bastare questa come unica motivazione seria di supporto alla Lega?  Anche Berlusconi fino a poco tempo fa era il principale incubo della "sinistra" tutta finanza e arcobaleni: e allora? Solo per questo motivo lo si sarebbe dovuto appoggiare, nonostante i suoi pesanti limiti congeniti (un es. su tutti, il voltafaccia verso la Jamahyiria)? 

Poi certo, il leader leghista ha "tradito", ha "commesso l'errore" di rifondare il centrodestra con un Berlusconi decotto . Queste le critiche a Salvini formulate sulla pagina: critiche che parlano di errore e tradimento. Esattamente le stesse parole utilizzate tradizionalmente dalla sinistra italiana per giustificare all'infinito i propri gruppi dirigenti, nell'incapacità di ammettere come le scelte (pessime) dei capi-partito vengano assunte volontariamente e non siano per niente "inaspettate" ma anticipate da segnali ignorati prima. 

http://viaculturale.blogspot.it/2015/11/la-via-culturale-e-il-centrodestra-la.html

"Ci chiediamo dove siano finiti i proclami di indipendenza e i modelli alternativi che Salvini fino a poco tempo fa metteva in campo [...] La Lega di Salvini avrebbe potuto andare da sola, evitando di porsi per l'ennesima volta come una forza di "destra", cavalcando sentimenti di sfiducia e la volontà di cambiamento trasversali che animano il popolo italiano. La verità è che la mancanza di una progettualità seria e di un movimento anche culturale realmente alternativo all'interno del Carroccio hanno impedito al partito di spiccare il volo verso una propria autonomia. Non vi è stata ricerca, non vi è stato fervore intellettuale, non vi è stata la capacità di prendere spunto da esperienze pure contigue come quella dei Cinque Stelle [...] Nemmeno la motivazione elettorale convince. Questo centrodestra non può essere una formula vincente, non lo può essere perché un personaggio come Berlusconi non attirerà più voti, ma anzi alienerà le simpatie di tutti coloro che, finora, si erano avvicinati a FDI e alla Lega credendoli forze realmente alternative"

Sono errori, quindi é implicito che si possano correggere; c'è stato il tradimento, ma sotto sotto si può sperare in un "ritorno alla purezza".
La natura intrinseca della Lega (quella di partito di sistema); il contenuto della sua piattaforma elettorale; gli ambigui legami di Salvini. Tutto ciò non conta. Il problema è costituito unicamente dalle "occasioni mancate" e dall'alleanza sbagliata. Sembrano gli appelli patetici che ogni tanto certe frange della "sinistra" rivolgono ai propri dirigenti per dir loro come tornare a vincere. Soltanto che il fenomeno nel nostro caso si ripresenta in tutt'altra area, quella leghista. Comunque sia non si é mai capaci di prese di distanza nette, ma solo di supplicare ogni volta il "meno peggio", non portando mai a termine quel superamento di destra e sinistra che in realtà è da intepretare come Rottura rispetto a tutti i grandi partiti governativi esistenti.

Salvini aveva già rivendicato in un'intervista la reaganomics in economia e il sostegno a Israele; non proprio posizioni all'insegna del "sovranismo" nè del "socialismo", tantomeno sovietico. 

A meno... di non nutrire un giudizio tollerante e sostanzialmente benevolo verso Israele e il sionismo, accompagnato da una certa rozzezza ostinatamente anti-araba (con la pretesa di LVCS addirittura di combattere l'anti-islamismo!). Tutto secondo quel tipo di anti-imperialismo che individua nei soli USA il pericolo, ed estromette del tutto il ruolo dello stato sionista e l'influenza dei suoi circoli occidentali sulla (geo)politica americana e non solo. Un giretto sulla pagina del Catto esprime bene le sue posizioni sulla questione sionista:


"Ma ora che Israele esiste è stupido pensare di non dialogarci senza valutarne il grande peso politico ed economico. Putin lo sa e giustamente tiene aperti molti canali. [...] La cosa migliore oggi secondo me è far rispettare la soluzione dei due stati, appoggiare Al Fatah cercando una conciliazione con Israele che si basi proprio sul rispetto di quelle 4 regole di convivenza già prefissate ma di così difficile applicazione. Non ha senso pensare, come sessant'anni fa, di cancellare Israele dalla carta geografica, ha senso piuttosto basarsi sul presente e cercare di dare alla Palestina uno stato dotato di continuità geografica, inserendo le trattative in un contesto più ampio"

Figura la soluzione dei due popoli due stati in Palestina, al posto di quella dello stato tri-nazionale laico, lasciando in pace Israele. Questo sfruttando il pretesto (purtroppo fondato) che la questione palestinese sia diventata in pochi anni uno specchietto per le allodole, un tema poco determinante nei rapporti di forza tra le potenze.


Ancora Catto: "amo il socialismo arabo, rispetto profondamente gli sciiti che combattono in Siria a favore di Assad, rispetto la geopolitica iraniana attuale, rispettavo profondamente Gheddafi, ma di certo non ergo a modello di vita la sharia islamica o il concetto di religione fusa al destino di uno stato, e vale per tutte le religioni".

Cosa caspita c'entra la sharia con Gheddafi o Assad??? Alla faccia dell'analisi culturale!

Su questi punti, magia magia, cadono le differenze tra la satira "nostrista" di LVCS e il vendolismo, tra "Il Giornale" e il Giornalettismo. Da entrambe le sponde si dicono le stesse cose. Non sembra un caso che LVCS sostenga (indicandoli quali modelli politici da seguire) il FN francese e la Le Pen, i cui rapporti amichevoli e conniventi con il sionismo sono comprovati da più fonti (per il lettore italiano che volesse verificarli); e che sulla pagina e sul blog il tema Israele non sia mai affrontato, pur sostenendo figure come Assad che sono fra l'altro nemici del sionismo e alleati non solo di Hezbollah ma della causa palestinese.

Non è un caso neppure che "il Giornale" sia la testata su cui scrive Fiamma Nirenstein, la più sbracata e feroce sostenitrice del sionismo in Italia

Intanto però la lepenizzazione dell'area anti-sistema e filo-russa prosegue, così come nel 2013 veniva grillizzata, e nel 2014 tsiprasizzata.

Alla fine Salvini ha invocato la cacciata di Assad: e lì, i pianti greci. Con tutto lo "stupore" della pagina e dei suoi autori. Ma stupiti di che cosa?  Neanche la parte del filoputiniano gli era riuscita, al leader Lega, con tutti i legami di lui e dei suoi compari con Pravj Sektor e altri golpisti nazisti ucraini antirussi.

Quanto al recente passaggio di simpatie da Salvini a Marco Rizzo, il cossuttiano pentito che prima si divertiva a prendere a male parole gli euroscetticisti e ora si è creato il suo micropartitino comunista "sovranista", basta rinviare al programmino elettorale del nuovo "vero comunista" e di Comunisti-Sinistra Popolare. Ecco cosa c'è scritto sul fronte dei paesi BRICS, ossia quelli nemici dell'impero americano-sionista (punto 7 - Internazionalismo ed antimperialismo):

http://www.comunistisinistrapopolare.com/about-us/

"Non si può essere così ingenui da pensare che oggi i BRICS possano svolgere il ruolo che ieri svolgevano i paesi socialisti. La maturità del loro capitalismo, data dal livello di alta concentrazione del capitale industriale e finanziario in forme monopolistiche, ne certifica l’entrata nella fase imperialista. Il grado di accumulazione di capitale di questi paesi non è ancora ai livelli di USA e UE, anche se si sta rapidamente adeguando, così come è diverso il loro modus operandi nelle relazioni internazionali, possono apparire “più simpatici” ma la loro natura economica è sostanzialmente la stessa.
I BRICS sono quindi certamente in grado di mettere in discussione il predominio dell’Occidente, ma da una posizione imperialista e attraverso i ben noti meccanismi della concorrenza interimperialistica. Non si capirebbe altrimenti la differenza di comportamento tra la vicenda libica e quella siriana. Un loro eventuale successo comporterebbe solo lo spostamento del baricentro del dominio imperialistico da un polo all’altro. Per quanto detto, è evidente che i BRICS sono entrati in rotta di collisione con gli imperialismi tradizionali. [...]
La necessità di assicurarsi il controllo delle risorse strategiche e dei mercati di sbocco, comune sia ai BRICS, sia agli imperialismi tradizionali sfocerà prima o poi in un confronto militare. Questo confronto in realtà già esiste, sia pure in modo indiretto e si manifesta nella moltiplicazione dei conflitti militari locali, cioè combattuti in casa d’altri. Afghanistan, Iraq, Jugoslavia, Libia, Siria sono la conferma più eclatante della competizione interimperialista, condotta a spese dei popoli di paesi terzi. I comunisti e il movimento operaio non hanno oggi che un’arma da contrapporre a questi processi: la solidarietà proletaria internazionalista".

Queste sono le premesse del "nostrismo". Così è, se vi pare.

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