venerdì 15 giugno 2018

Antigentismo: forte con i "deboli"

L'antigentismo è direttamente correlato alla mancanza di educazione, di rispetto per le persone più grandi.
Sin dall'infanzia mi è stato trasmesso il rispetto e l'educazione per i più anziani, anche (ma non solo) perché depositari di saggezza, cosa che non ho tardato a verificare trascorrendo per anni forse più tempo a conversare con parenti grandi e anziani/e che non con i coetanei. 

L'antigentista invece è infastidito dall'attuale popolo italiano proprio perché si tratta di un popolo in larga parte anziano e proprio consapevolmente ne prende di mira i soggetti anziani, quelli rimasti alla terza media o alla quinta elementare loro malgrado perché non potevano continuare gli studi (figuriamoci informarsi di politica) e hanno dovuto lavorare sin dalla giovinezza; gli anziani e uomini di mezz'età che non si esprimono bene in italiano perché abituati a usare il dialetto; ecc. 

Questi sono i bersagli preferiti dell'antigentista, che così può gonfiare il petto e scimmiottare tutte le sue pose da sotuttoio, sentendosi un fikissimo professore di filosofia o astrofisica che in un immaginario dibattito tv "asfalta" tra gli applausi la vittima da lui individuata; vittima da lui vista (oltre che come un nemico "ideologico") come goffa, limitata di comprendonio, da deridere con toni urlati e sarcasmo dozzinale. In tutto ciò dimostra di non aver ricevuto dai genitori i principi basilari dell'educazione e della convivenza con gli altri. O se li ha ricevuti li ha dimenticati molto presto, bruciandosi il cervello con quintali di cannabis, con gli articoli di Butac e "Internazionale" e simili merdate. 
Perché altrimenti non darebbe con leggerezza degli "ignoranti", "fascisti", "evasori", "mafiosi" genericamente a tutti i suoi connazionali. Neanche su internet sapendo di essere al riparo dietro un monitor.