Sembra incomprensibile l’eccesso di questa strage, per
questo viene spontaneo farsi delle domande sulle ragioni dell’accanimento di Israele
su questo popolo, pur sapendo di
inimicarsi tanti settori politici ed economici internazionali che appoggiano la
sua politica.
Tralasciando la facile contrapposizione dei buoni e oppressi da una parte e degli imperialisti cattivi dall’altra quello
che appare certo è una apparente indecifrabile confusione che in realtà
prelude nuovi equilibri. Si ha la sensazione netta che qualcosa di diverso stia accadendo, un
cambiamento poco leggibile finalizzato a riequilibrare il troppo potere degli
USA. Già da tempo si configura la
nascita di un nuovo bipolarismo tra Usa-Russia, la Cina è troppo decentrata, e
ancora una volta la partita si gioca in Europa,
vedi l’apertura verso Putin da parte della Germania e della Francia, bloccate dalle
nuove potenze dell’Est filo Usa ad eccezione dell’Ungheria, e dall’UE che
appare incapace di leggere questo cambio d’epoca.
Eppure il “nuovo” l’abbiamo tutti percepito già quando
alleati sicuri degli USA nel Medio Oriente, quali regimi tranquilli e amici
come Tunisia o l’Egitto o la stessa Libia di Gheddafi (tra l’altro il massacro
della Libia è stato appoggiato anche da Hamas legato alla Russia), sono stati
mandati all’aria velocemente. Un vento nuovo e “ primaverile” che cercava nuove alleanze degli Usa nel mondo islamico, un
vento che non piace ad Israele , o quanto meno ad alcuni suoi settori politici.
Lo sterminio di Gaza, quindi, potrebbe rientrare nei grandi giochi strategici come
uno speciale “avvertimento” ad Obama. Israele potrebbe temere che i gruppi degli oppressi stiano suscitando
l’interesse statunitense , come è già avvenuto in Vietnam il cui gruppo di
potere attualmente è anticinese e molto più vicino all’imperialismo USA, e che si
stia formando, o si sia già formata, una nuova classe dirigente, molto più
vicina aal'Occidente filostatunitense.
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