Il giovane liberista Matteo Renzi in una recente intervista al
Corriere della Sera così ha salutato la (s)vendita dell’Indesit Merloni alla
Whirpool “La considero una operazione
fantastica. Ho parlato personalmente io con gli americani a Palazzo Chigi. Non
si attraggono gli investimenti esteri riscoprendo una visione autarchica e
superata del mondo. Noi vogliamo portare aziende da tutto il mondo a Taranto
come a Termini Imerese. Il punto non è il passaporto ma il piano industriale.
Gli imprenditori stranieri sono i benvenuti in Italia se hanno soldi e idee per
creare posti di lavoro”.
Sembrerebbe
che tutto fili per il meglio peccato che di solito queste cessioni avvantaggino
i grandi industriali penalizzando l’occupazione e di conseguenza bloccando il
nostro sviluppo economico sostenibile. E’ già alle nostre spalle, ma brucia
tanto, la cessione della Fiat protetta dai miliardi di Obama per tutelare l’industria
automobilistica statunitense, ma queste son cose di cui i nostri governati, a
tutti i livelli, non amano parlare, soprattutto in previsione dello
smantellamento, su pressione dell’UE, di quel che rimane della nostra industria
pubblica, ENI, Finmeccanica, Enel, Fincantieri; gioiellini che nonostante la
crisi reggono molto meglio di quella privata. Anche uno sprovveduto capirebbe
che per difendere l’economia nazionale dall’assalto dei grandi enti finanziari
il governo dovrebbe nazionalizzare e gestire una grande banca e finanziare
piccole aziende in modo da farle diventare competitive, insomma l’ultima
spiaggia sarebbe quella di promuovere l’azione di capitani d’industria come lo
furono Mattei oppure Olivetti.
Ma ciò non sembra possibile poiché in Italia i risparmi verranno prosciugati
dall ‘apertura del mercato bancario
nazionale, anche questa voluta dall’UE, che sarà una vera e propria manna per
la speculazione internazionale che con pochi soldi potrà acquistare il
risparmio nazionale, senza controllo e
senza regole e lo sviluppo sostenibile con gli invisibili segnali di ripresa, di cui vano cianciando i
nostri politici, sarà solo un sogno.
Non ci resta che una sconfortante
conclusione rilevando che non solo le industrie manifatturiere ma anche le
banche nazionali verranno cedute all'estero (come è già successo con Mps) e il piccolo
e sofferto risparmio degli italiani andrà ad alimentare lo sviluppo delle
economie estere.
I
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