domenica 17 agosto 2014

Svendo oro e compro fumo

  
Il giovane liberista Matteo Renzi in una recente intervista al Corriere della Sera così ha salutato la (s)vendita dell’Indesit Merloni alla Whirpool “La considero una operazione fantastica. Ho parlato personalmente io con gli americani a Palazzo Chigi. Non si attraggono gli investimenti esteri riscoprendo una visione autarchica e superata del mondo. Noi vogliamo portare aziende da tutto il mondo a Taranto come a Termini Imerese. Il punto non è il passaporto ma il piano industriale. Gli imprenditori stranieri sono i benvenuti in Italia se hanno soldi e idee per creare posti di lavoro”

Sembrerebbe  che tutto fili per il meglio peccato che di solito queste cessioni avvantaggino i grandi industriali penalizzando l’occupazione e di conseguenza bloccando il nostro sviluppo economico sostenibile. E’ già alle nostre spalle, ma brucia tanto, la cessione della Fiat protetta dai miliardi  di Obama per tutelare l’industria automobilistica statunitense, ma queste son cose di cui i nostri governati, a tutti i livelli, non amano parlare, soprattutto in previsione dello smantellamento, su pressione dell’UE, di quel che rimane della nostra industria pubblica, ENI, Finmeccanica, Enel, Fincantieri; gioiellini che nonostante la crisi reggono molto meglio di quella privata. Anche uno sprovveduto capirebbe che per difendere l’economia nazionale dall’assalto dei grandi enti finanziari il governo dovrebbe nazionalizzare e gestire una grande banca e finanziare piccole aziende in modo da farle diventare competitive, insomma l’ultima spiaggia sarebbe quella di promuovere l’azione di capitani d’industria come lo furono Mattei oppure Olivetti.
Ma ciò non sembra possibile poiché  in Italia i risparmi verranno prosciugati dall apertura del mercato bancario nazionale, anche questa voluta dall’UE, che sarà una vera e propria manna per la speculazione internazionale che con pochi soldi potrà acquistare il risparmio  nazionale, senza controllo e senza regole e lo sviluppo sostenibile con gli invisibili  segnali di ripresa, di cui vano cianciando i nostri politici, sarà solo un sogno. 

Non ci resta che una sconfortante conclusione rilevando che non solo le industrie manifatturiere ma anche le banche nazionali verranno cedute all'estero (come è già successo con Mps) e il piccolo e sofferto risparmio degli italiani andrà ad alimentare lo sviluppo delle economie estere.
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