La scuola del demerito
come
per ogni nuovo governo ci tocca dover assistere, in estate, alle nuove
iperboliche ricette dei ministri atte alla demolizione sistematica della
scuola: ora imperversa la parola merito che funziona come elemento di
conservazione e riproduzione delle disuguaglianze. Questa “nuova” idea di scuola , che premia
i forti e penalizza i deboli, ci fa testimoni di un regredire verso
un forte inegualitarismo e verso l’annullamento del valore sociale del
sistema formativo. un quadro desolante
giustificato da ragioni finanziarie che comunque impediscono al sistema
scuola, ormai depotenziato nelle sue funzioni, di fronteggiare le allarmanti situazioni di crescente disagio
e di bisogno materiale, riconducibili alle nuove povertà e alle contraddizioni derivanti dai massicci
fenomeni migratori provenienti dal Terzo Mondo.
La pedagogia
del merito viene affidata allo sistema di valutazione privato Invalsi che, nella completa disinformazione di genitori e docenti divisi tra scettici,
assertivi e pochi esplicitamente contrari, oltre a mirare allo
stravolgimento della relazione didattica
ed educativa e a stroncare la libertà d’insegnamento tutelata dalla
Costituzione, pretende di “valutare “ in
modo standardizzato e“oggettivo” le Competenze.
Nel tempo l’Invalsi, come era
prevedibile, si è andato arricchendo di invasività trasformandosi
pian piano in schedatura di massa, propedeutica alla promozione di un nuovo modello
di società; la questione, quindi, non può più limitarsi a considerazioni solo
di natura didattica educativa, o di valutazione moralmente irrilevanti, ma
diventa prioritariamente politica;
non dimentichiamo che per rendere appetitoso il veleno, verrà valutato l’istituto scolastico e i
singoli docenti anche con premi in denaro che potranno raggiungere i 3000 euro
lordi, su decisione del Dirigente Scolastico, esasperando contrasti, assenza di certezze, violazione di regole e diritti,
sia sindacali che democratici, favorendo comportamenti furbeschi, autoritari ed
arroganti, ed esasperando uno spirito di competizione per fini venali e carrieristici.
Il
nuovo sistema valutativo, moderno ed europeo, si inserisce a pieno titolo come ultimo
atto nel processo di Privatizzazione, con la trasformazione
radicale della funzione storica della scuola pubblica, e di anglosizzazione,
sostituendo la relazione intersoggettiva con performance e valutazione
oggettiva, come soluzione finale di controllo dei cervelli che affollano le nostre scuole pollaio.
Così
al paleoanalfabetismo del passato, figlio della povertà, si è aggiunto il
neoanalfabetismo, figlio della società consumistica e della crescita senza
sviluppo. Non dimentichiamo che gli italiani possiedono gadget di ogni tipo, ma
non libri. Vanno allo stadio e in discoteca, ma non a teatro.
Più
drammatica sarà la situazione nel Mezzogiorno o nelle periferie i cui
territori, ad alto rischio di esclusione sociale, sono dilaniati dal divario del livello d’istruzione tra
scolari provenienti da classi sociali differenti è evidente già dalla scuola primaria, dove le cause della criminalità sono profonde
e radicate nel tessuto sociale, ebbene cosa accadrà con l’Invalsi? saranno
chiuse le scuole di periferia, poiché i risultati non potranno mai raggiungere quelli di una
scuola dei Parioli o della Milano bene, e ovviamente gli insegnanti saranno
bollati come docenti ordinari inferiori, oppure, in un atto di estrema
generosità, verranno esentati questi istituti da questo obrobrio?
Concretamente penso che la prospettiva futura è quella di un
adeguamento al sistema sociale
nordamericano in cui le classi sociali elitarie usufruiscono (a pagamento) di
un sistema d’istruzione d’eccellenza, e dall’altra parte c’è una
scuola-parcheggio per “bulli” e piccoli “gangster”, dove il binomio
competenze/conoscenze viene cancellato e sostituito dalla voce abilità, dove i
docenti preparano gli studenti per superare i quiz e i test a risposta multipla
che vengono sottoposti alle valutazioni internazionali.
Con buona pace dei saperi fondamentali su cui grandi Uomini e grandi Donne hanno costruito la nostra Bella Italia.
Con buona pace dei saperi fondamentali su cui grandi Uomini e grandi Donne hanno costruito la nostra Bella Italia.
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