martedì 26 agosto 2014

La scuola del demerito

La scuola del demerito

come per ogni nuovo governo ci tocca dover assistere, in estate, alle nuove iperboliche ricette dei ministri atte alla demolizione sistematica della scuola: ora imperversa la parola merito che funziona come elemento di conservazione e riproduzione delle disuguaglianze. Questa “nuova” idea di scuola , che premia i forti e penalizza i deboli, ci fa testimoni di un regredire verso  un forte inegualitarismo e verso l’annullamento del valore sociale del sistema formativo. un quadro desolante  giustificato da ragioni finanziarie che comunque impediscono al sistema scuola, ormai depotenziato nelle sue funzioni, di fronteggiare  le allarmanti situazioni di crescente disagio e di bisogno materiale, riconducibili alle nuove povertà  e alle contraddizioni derivanti dai massicci fenomeni migratori provenienti dal Terzo Mondo.
La pedagogia del merito viene affidata allo sistema di valutazione privato Invalsi che, nella completa disinformazione  di genitori e docenti divisi tra scettici, assertivi e pochi esplicitamente contrari, oltre a mirare allo stravolgimento  della relazione didattica ed educativa e a stroncare la libertà d’insegnamento tutelata dalla Costituzione, pretende di  “valutare “ in modo standardizzato e“oggettivo” le Competenze.  
Nel tempo l’Invalsi, come era prevedibile,  si è andato    arricchendo di invasività trasformandosi pian piano in schedatura di massa, propedeutica alla promozione di un nuovo modello di società; la questione, quindi, non può più limitarsi a considerazioni solo di natura didattica educativa, o di valutazione moralmente irrilevanti,  ma  diventa  prioritariamente politica; non dimentichiamo che per rendere appetitoso il veleno,  verrà valutato l’istituto scolastico e i singoli docenti anche con premi in denaro che potranno raggiungere i 3000 euro lordi, su decisione del Dirigente Scolastico, esasperando contrasti, assenza di certezze, violazione di regole e diritti, sia sindacali che democratici, favorendo comportamenti furbeschi, autoritari ed arroganti, ed esasperando uno spirito di competizione per fini venali e carrieristici.
Il nuovo sistema valutativo, moderno ed europeo, si inserisce a pieno titolo come ultimo atto   nel processo di  Privatizzazione, con la trasformazione radicale della funzione storica della scuola pubblica, e di anglosizzazione, sostituendo la relazione intersoggettiva con performance e valutazione oggettiva, come soluzione finale di controllo dei cervelli  che affollano le nostre scuole pollaio.
Così al paleoanalfabetismo del passato, figlio della povertà, si è aggiunto il neoanalfabetismo, figlio della società consumistica e della crescita senza sviluppo. Non dimentichiamo che gli italiani possiedono gadget di ogni tipo, ma non libri. Vanno allo stadio e in discoteca, ma non a teatro.

Più drammatica sarà la situazione nel Mezzogiorno o nelle periferie i cui territori, ad alto rischio di esclusione sociale, sono dilaniati  dal divario del livello d’istruzione tra scolari provenienti da classi sociali differenti  è evidente già dalla scuola primaria,  dove le cause della criminalità sono profonde e radicate nel tessuto sociale, ebbene cosa accadrà con l’Invalsi? saranno chiuse le scuole di periferia, poiché i risultati  non potranno mai raggiungere quelli di una scuola dei Parioli o della Milano bene, e ovviamente gli insegnanti saranno bollati come docenti ordinari inferiori, oppure, in un atto di estrema generosità, verranno esentati questi istituti da questo obrobrio?

Concretamente penso che la prospettiva futura è quella di un adeguamento al sistema  sociale nordamericano in cui le classi sociali elitarie usufruiscono (a pagamento) di un sistema d’istruzione d’eccellenza, e dall’altra parte c’è una scuola-parcheggio per “bulli” e piccoli “gangster”, dove il binomio competenze/conoscenze viene cancellato e sostituito dalla voce abilità, dove i docenti preparano gli studenti per superare i quiz e i test a risposta multipla che vengono sottoposti alle valutazioni internazionali.
Con buona pace dei saperi fondamentali su cui grandi Uomini e grandi Donne hanno costruito la nostra Bella Italia.

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