domenica 31 agosto 2014

Non è perchè ce lo dice la Merkel...

 Angela Merkel e Matteo Renzi
“Dobbiamo rispettare tutti gli impegni, compreso il 3% del rapporto deficit-Pil, e non perché lo dice la Merkel ma perché è giusto” dice Renzi in perfetta continuità con  Monti che, nel giugno del 2012, così ebbe a dire: “La Merkel dice che l’Italia ce la fa, ma l’Italia ce la fa non perché lo dice la Merkel” . Quel che è certo è che per ambedue i trattati europei non si discutono, ma si applicano a qualsiasi costo, se fosse violata questa regola, imposta dai padroni addio moneta comune e strumenti di dominazione dei poteri neocapitalisti che chiamiamo UE. Per scongiurare tale pericolo  si tratta ora “di utilizzare tutti i margini e le flessibilità già previsti dall’attuale Patto di stabilità e crescita”. Ciò vuol dire, escludere dal computo del 3% alcune voci, come il cofinaziamento dei fondi strutturali europei (i 43 miliardi aggiunti da Roma fra il 2014 e il 2020) e altre, sparute, spese per investimenti.
Ormai anche tra le persone meno preparate in campo economico si sta facendo strada la convinzione che per uscire dal circolo vizioso della crisi strutturale neocapitalistica è necessario cambiare radicalmente le politiche economiche, riacquisendo la piena sovranità monetaria, uscendo dall’unione europoide e stracciando i trattati-capestro imposti al paese, ma Renzi è stato posizionato velocemente, sostituendo il poco-mediatico Letta, per   rispettare fino in fondo il fiscal compact. Come un abile giocoliere pomposamente o con trovate birichine ci dice il contrario di ciò che fa, non siamo schiavi dell’Europa afferma, intanto si operano interventi  che prevedono la riduzione forzata del debito pubblico eccedente il 60% del pil, nell’arco temporale di un ventennio, un furto ipotizzato di 7 miliardi l’anno, ma c’è chi parla addirittura di 50 miliardi e, purtroppo, con Renzi e il pd al potere, non è necessario guardare nella sfera di cristallo per capire che  a garanzia del debito del nostro stato non più sovrano saranno fatti inglobare nel  european redemption fund ciò che rimane del patrimonio pubblico, in piena osservanza di quanto raccomandato nel 2011 dalla lettera della bce (5 agosto 2011, Francoforte/Roma, lettera Trichet-Draghi): “È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala” ….“C’è anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione.” e qui Renzi il suo “buon  lavoro” lo sta assolvendo per esempio con l’ipocrita eliminazione dell’art 18 che passa come rinnovo dello Statuto dei lavoratori, orami troppo vecchio e ideologizzato, e poi pensiamo al decreto Poletti, al jobs act, alla riduzione degli stipendi del pubblico impiego, al tetto massimo delle pensioni (senza gli 80 euro tanto che se ne fanno i pensionati), alla revisione dell’amministrazione pubblica per assecondare le esigenze delle imprese. Altra bravata è  il completamento dell’opera di distruzione del mercato interno, già  opera originale di Monti,  con  uno sgravio fiscale alle imprese, ma solo a quelle che esportano e vendono all’estero, il mercato interno e tutta quella pletora di impresucce che generano lavoro possono andare a farsi benedire, come i precari, gli esodati e tutti i perdenti lavoro dovuti ai licenziamenti di massa , 1000 al giorno, per via di una deflazione a cui il giovin Signore non sembra dare molto peso.
E pensare che ancora  Renzi o Monti o Letta ci vengono sfacciatamente propinati come  i salvatori della patria da quegli strumenti di distruzione di massa che sono gli apparati politici e massmediatici, i quali agiscono secondo i piani di dominio di una classe sociale sopranazionale, spietata, priva di etica e di responsabilità pubblica, votata unicamente al mantenimento e all’estensione del proprio potere.  Così, lo stragista sociale Mario Draghi, alla guida della bce intima ai paesi dell’unione, e all’Italia in modo particolare, di cedere la sovranità alla “Troika” per fare le riforme antipopolari sostenuto nelle sue invettive da abbondanti manipolazioni mediatiche che ci sommergono di  dichiarazioni politiche false attraverso la bocca dei servi intercambiabili di turno

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