Non intendo
cancellare la mia piccola storia. Non rifiuto le mie idee di sempre, la mia
formazione Comunista, la mie letture di Gramsci e di Marx, si diceva per
tranquillizzare la propria coscienza; ma inevitabilmente, mentre difendo il mio
passato, osservo la nuova
forma della storia che pretende la sintesi
dei contrari (Hegel), che non
è compromesso ma la ricerca di punti di intesa per poter andare oltre.
Ho la
consapevolezza si quanto sia difficile! relegati dietro bandiere e simboli, è difficile
accettare il dialogo con chi si ritiene al di fuori della propria esperienza.
Eppure
tutti noi oggi subiamo l'avvento della globalizzazione, del disastro
ambientale, delle profonde lacerazioni sociali che esigerebbero nuove forme di
economia, un nuovo approccio alla scienza, alla ricerca e formazione, all'
attuazione seria del disarmo e della partecipazione alla pace, ormai priva di
senso
Sembra una
ovvietà, ma la nostra
politica democratica di sinistra, centro e destra oltre i magnificat elettorali
che ci piovono addosso come bombe d’acqua, non da vie d’uscita. I
rappresentanti consapevoli o terrificantemente inconsapevoli rimangono
ingabbiati nella ormai “non” più misteriosa
dittatura di economisti a indiretta legittimazione al servizio di una entità impersonale che prende il volto dei banchieri o degli americani, o dei
capitalisti ma altro non è
, mutuando Marx, il sensibile
soprasensibile , la nuova forma della storia. Ci
vorrebbe un’unità d’intendi e di netto rifiuto ma il popolo è
disgregato,confuso dai progetti
politici presuntuosamente vacui a sostegno della dittatura, che, al contrario,
è ben organizzata , unita e solidale.
Per meglio
ingannare noi, polli decelebrati, la tirannia velata assume svariate forme utilizzando le facce smielate e
ingannatrici del neoliberismo moderato di sinistra
o di destra o le bollentezze antisistema di piazza eccita-annacqua - popolo ma
dietro il palcoscenico a ben vedere non si possono nascondere legami e simpatie inquietanti come per esempio
quella con Freedom House dello speculatore Soros, che presiede l’internazionale nera OTPOR .
Così rimaiamo
vittime dei compromessi,
peggiori del nemico stesso, come l’inganno della rivoluzione gentile, o gli slogan
propagandistici che ripropongono gli umori del pubblico correndo dalla
messa in guardia contro il razzismo alla teorizzazione logica di ronde di quartiere o alle
proposte di referendum in rete per l’uscita dall’ euro.
Oltre ogni mio
dubbio questa pletora vociante che pretende di controllare le nostre esistenze
rifiuterà mai ogni
dialogo con il grande nemico: il neoliberismo e la sua dittatura .
Forse c’è più concretezza nel sogno della
ripresa di orientamenti solidaristici e comunitari, ma è una strada così ovvia
da diventare impraticabile
adele dentice
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