giovedì 8 maggio 2014

L'UNITA' DEI CONTRARI


Non intendo cancellare la mia piccola storia. Non rifiuto le mie idee di sempre, la mia formazione Comunista, la mie letture di Gramsci e di Marx, si diceva per tranquillizzare la propria coscienza; ma inevitabilmente, mentre difendo il mio passato, osservo  la nuova forma della storia che pretende la sintesi dei contrari (Hegel), che non è compromesso ma la ricerca di punti di intesa per poter andare oltre. 
Ho la consapevolezza si quanto sia  difficile! relegati dietro  bandiere e simboli, è difficile accettare il dialogo con chi si ritiene al di fuori della propria esperienza.
 Eppure tutti noi oggi subiamo l'avvento della globalizzazione, del disastro ambientale, delle profonde lacerazioni sociali che esigerebbero nuove forme di economia, un nuovo approccio alla scienza, alla ricerca e formazione, all' attuazione seria del disarmo e della partecipazione alla pace, ormai priva di senso
Sembra una ovvietà, ma la nostra politica democratica di sinistra, centro e destra oltre i magnificat elettorali che ci piovono addosso come bombe d’acqua, non da vie d’uscita. I rappresentanti consapevoli o terrificantemente inconsapevoli rimangono ingabbiati    nella ormai “non” più misteriosa dittatura di economisti a indiretta legittimazione al servizio di una entità impersonale  che prende il volto dei banchieri o degli americani, o dei capitalisti  ma altro non è , mutuando Marx, il sensibile soprasensibile , la nuova forma della storia. Ci vorrebbe un’unità d’intendi e di netto rifiuto  ma il popolo è disgregato,confuso dai  progetti politici presuntuosamente vacui a sostegno della dittatura, che, al contrario, è ben organizzata , unita e solidale.
 Per meglio ingannare noi, polli decelebrati, la tirannia velata assume svariate forme  utilizzando le facce smielate e ingannatrici del neoliberismo moderato di  sinistra o di destra o le bollentezze antisistema di piazza eccita-annacqua - popolo ma dietro il palcoscenico a ben vedere non si possono nascondere legami e simpatie  inquietanti come per esempio quella con Freedom House dello speculatore Soros, che presiede l’internazionale nera OTPOR .
Così rimaiamo vittime dei  compromessi, peggiori del nemico stesso,  come l’inganno della rivoluzione gentile,   o gli slogan propagandistici che ripropongono gli umori del  pubblico correndo dalla messa in guardia contro il razzismo alla teorizzazione  logica di ronde di quartiere o alle proposte di referendum in rete  per l’uscita dall’ euro.

Oltre ogni mio dubbio questa pletora vociante che pretende di controllare le nostre esistenze rifiuterà mai ogni dialogo  con  il grande nemico: il neoliberismo e la sua dittatura .
Forse c’è  più concretezza nel sogno della ripresa di orientamenti solidaristici e comunitari, ma è una strada così ovvia da diventare impraticabile
adele dentice

Nessun commento:

Posta un commento