mercoledì 1 maggio 2013

è primavera!! passeggiate tra le lame


...ulivi e carrubi monumentali, orchidee selvatiche, boschi di macchia mediterranea, canneti, muretti a secco, pareti rocciose, chiesette e masserie storiche e infine l’emozione del mare che per le
peculiarità geomorfologiche, storiche e botaniche potrebbe offrire una grande attrattività turistica. 
La natura ha da tempo modellato il suolo e sottosuolo in questa terra che fu amata da Federico II,
consentendo all'acqua di raggiungere il recapito finale percorrendo “vie preferenziali”; 

 sono gli antichi solchi torrentizi denominate “Lame”. Questi torrenti “fossili” convogliano l'acqua al mare, quando la natura si risveglia, con fenomeni estremi tipici come le copiose piogge, precipitazioni sempre più intense e violente, ma, quando il territorio viene “appianato”, le strade del paese diventano dei torrenti che devono “smaltire” acqua e non solo. Basterebbe evitare la costruzione in posti “a rischio” lasciando “libere” le aree che madre natura ha “realizzato”, per mettere in sicurezza case e persone; quelle stesse persone che, ignare del pericolo, in pochi minuti si vedono strappare dalla forza della natura e dall'ignoranza dell'uomo gli oggetti, gli affetti, la vita.
Nel Piano di Protezione civile si individuano le possibili zone di allerta in base alla tipologia e alla severità dei possibili eventi meteoidrologici e agli effetti che questi potrebbero provocare sul territorio, ma non sembrano essere rispettati più di tanto.Il pericolo però esiste: le alluvioni più importanti e tragiche in Terra di Bari risalgono al 1905 (Lama Picone), al 1914 (Lama Valenzano), al 1915 (lame Picone e Valenzano), al 1926 (Lama Picone), infine all’ottobre 2005 (lame Lamasinata e San Giorgio) con il crollo di un tratto della S.P.184 Cassano- Bitetto e la morte di cinque persone, ma ogni anno si verificano allagamenti che solo la casulità ha impedito conseguenze disastrose.

Se consideriamo le aree urbane quale bene comune  ci si schiera  contro la gestione del territorio ad opera di amministrazioni pubbliche che hanno pianificato scientemente la cementificazione,  la cancellazione del territorio e di aree di pregio naturalistico e culturale, che avrebbero potuto promuovere opportunità  lavorative, ha mutato radicalmente  la morfologia della città e ogni contatto con il passato solo  per via  di politiche neoliberiste giocate in favore di interessi privati. Sembra , nel leggere le varianti antilame che nessuno sappia , o che si sia dimenticato che i comuni del Piano Strategico si  poggiano sulle lame dove si conservano tracce della continuità insediativa storica di Terra di Bari: chiese, ipogei e insediamenti rupestri disseminati lungo il tratto di lama Balice e le lame San Giorgio e Lamasinata, le più conosciute, ma il reticolato coinvolge tutta la Terra di Bari distruggendo irreversibilmente pregi artistico-ambientali , assediati dall' edificazione invasiva degli alvei, discariche abusive a cielo aperto, scarico di acque reflue non depurate, pratiche agricole dannose
buona passeggiata tra le monnezze e forse vi capiterà di trovare un vecchio palmeto o i residui dell'Appia Antica su cui scorazzano branchi di cani abbandonati oppure ergersi trionfante il lungo comignolo di una centrale su l'alveo di una lama disseminata di pannelli fotovoltaici

Mafalda 


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