martedì 22 dicembre 2015

Trivellazioni: ecologia o energia?



La difesa dell’ecosistema e del paesaggio sono punti irrinunciabili nel programma di una forza politica indipendente che abbia a cuore il riscatto nazionale. Si tratta di beni da tutelare di per sé stessi, non solo in quanto finalizzati ad altre vocazioni (turismo, pesca). Anche il raggiungimento dell’indipendenza/autosufficienza energetica del paese, però, è un obiettivo altrettanto imprescindibile. Nell'odierna questione delle trivellazioni in Adriatico (come in numerosi altri casi in cui si discute l'opportunità di esplorazioni energetiche) le due esigenze su citate sembrano inconciliabili. Forse però non sono le trivellazioni in se stesse il problema, ma il modo in cui vengono condotte.

I permessi per le esplorazioni in mare sono stati concessi a grandi multinazionali, colossi privati i quali mettono al primo posto il profitto, perciò tenderanno a ridurre tutto ciò che rappresenti un costo come i salari dei dipendenti e, appunto, le precauzioni per l’ambiente. I grandi disastri ambientali del passato, infatti, sono prevalentemente avvenuti a causa della negligenza di multinazionali senza scrupoli. Per questo le preoccupazioni degli ambientalisti e delle popolazioni locali sono fondate. 

C'è però un ulteriore problema che dovrebbe destare scandalo: il fatto che il governo ceda con tanta leggerezza ai privati lo sfruttamento delle risorse naturali del nostro paese! Il presupposto della stessa sovranità di un popolo è il controllo sulle risorse situate nel proprio territorio. Invece dunque di essere le multinazionali petrolifere a rivenderci la nostra stessa energia (ai prezzi che vogliono!) dovrebbe essere lo Stato italiano a utilizzarla in regime di monopolio, come volano per la nostra economia. Oltretutto, con un'azienda pubblica vincolata a perseguire l'interesse collettivo (come già l'ENI, quella che la nostra classe politica soprattutto "di sinistra" vuole dismettere del tutto) il principio da seguire non sarebbe quello di scegliere le tecnologie di ricerca-estrazione meno costose (com'è prassi dei gruppi privati) ma quelle il meno possibile dannose per l’ambiente. I giacimenti sarebbero così gestiti con i sistemi di sicurezza più adeguati per evitare incidenti in ciascuna parte della filiera. Coniugando così sviluppo energetico e tutela ambientale. 

Pasquino

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