Ultimamente l'azione di Putin in Siria ha contribuito ad accrescerne, per fortuna, la popolarità in Italia. Tra i tantissimi putiniani dell'ultim'ora, però, sono diffuse alcune tesi sgangherate, basate sugli stessi teoremi dei russofobi della sinistra filo-occidentale (tra cui quello dell'asse finanziario fascista Putin-Salvini-Le Pen, già smentito in altre sedi). Pertanto, il Presidente russo passa come novello esponente del "fascismo" ad opera sia dei detrattori che di molti sostenitori. I secondi, volendo incasellare forzatamente il personaggio nei propri semplicistici schematismi personali, commettono tutta una serie di strafalcioni logici e ideologici che poi i primi utilizzano cercando di tirare acqua al proprio mulino.
In primo luogo, Putin "per fortuna" avrebbe impedito il ritorno del comunismo, "resosi conto dei mali che ha arrecato al proprio paese" nel tempo in cui operava nel KGB. Comunismo che, ovviamente, è stato la massima espressione del solito complotto giudaico-massonico per dominare il mondo; cos'era del resto l'URSS se non un "alleato", anzi, una creatura degli Stati Uniti? (...)
Putin quindi, in quanto anticomunista, anche esponente del "socialismo nazionale" di... Hitler e Mussolini, unici nemici della cospirazione giudaico-bolscevica che si sa, è stato il fattore di tutte le vicende storiche (quelle che non si ha voglia di studiare e analizzare).
E naturalmente, non manca la glorificazione della Russia come "baluardo della cristianità" contro l'islam; secondo una chiave di lettura squisitamente (guarda un po') da neocon americani. Vengono in mente certi pessimi fotomontaggi al computer circolanti su facebook, col ritratto di Putin abbinato a una frase falsamente attribuitagli, del tipo "sveglia occidente! c'è il complotto dei musulmani! solo io vi sto difendendo!". Praticamente una Fallaci mascolina trapiantata in Russia, che difende la "civiltà cristiana" dall'ateismo senza valori, anch'esso colpa unicamente del "comunismo" portatore di aborto e di omosessualità; quest'ultima, frenata dalla famosa legge "anti-gay" di Putin, il quale viene eretto ad emblema di un "cristianesimo" cattofanatico, oscurantista e reazionario, ed è imbarcato non solo nella lotta (giusta) all'ideologia gender, ma agli omosessuali in generale visti come una minaccia tout court. Nonostante la legge in questione si limiti a perseguire penalmente la sola propaganda gay (delle lobby gay - filoamericane e filoisraeliane).
Innanzitutto ci si dimentica, o non si è a conoscenza, del fatto che la Russia ha sottoscritto innumerevoli patti di collaborazione politico-economica e militare con i governi dei paesi progressisti, socialisti e rivoluzionari latinoamericani (quelli dell'ALBA). Difatti, principali alleati di Putin sono il chavismo venezuelano, Evo Morales e Fidel Castro. Lo stesso Putin ha condonato a Cuba il suo debito verso la Russia, regalando alla Rivoluzione Cubana ben 26 miliardi di euro, promuovendo ivi nuovi investimenti nelle infrastrutture. Senza contare l'intesa geopolitica con la Cina e la Corea del Nord. Come si spiega?
Innanzitutto ci si dimentica, o non si è a conoscenza, del fatto che la Russia ha sottoscritto innumerevoli patti di collaborazione politico-economica e militare con i governi dei paesi progressisti, socialisti e rivoluzionari latinoamericani (quelli dell'ALBA). Difatti, principali alleati di Putin sono il chavismo venezuelano, Evo Morales e Fidel Castro. Lo stesso Putin ha condonato a Cuba il suo debito verso la Russia, regalando alla Rivoluzione Cubana ben 26 miliardi di euro, promuovendo ivi nuovi investimenti nelle infrastrutture. Senza contare l'intesa geopolitica con la Cina e la Corea del Nord. Come si spiega?
Inoltre sulla politica estera, come su vari punti di politica interna, Vladimir Putin è supportato del Partito Comunista della Federazione Russa di Gennadij Zyuganov. Zyuganov fra l'altro, insignito di un'alta onorificenza statale (dell’ordine “Aleksandr Nevskij”) proprio per decreto di Putin, il 23 giugno 2014.
Qual'è il problema, la sinofobia? L'anticomunismo maccartista? Si può guarirne. Come anche dalla russofobia.
Intanto, sarebbe bene evitare di mettere sullo stesso piano le esperienze di socialismo sudamericane, africane ed asiatiche (tra cui quella sovietica) e l'infame "comunismo occidentale", quello da cui è nata la "sinistra", la sponda del capitalismo e della sua propaganda degenerata. Come pietra di paragone si prendano proprio i rapporti con la religione: i comunisti russi hanno già pubblicamente abiurato l'antica posizione anti-religiosa, per bocca proprio di Zjuganov che è in ottimi rapporti con il capo spirituale della Chiesa ortodossa russa; il Patriarca Kirill/Cirillo... anch'egli sostenitore di Putin.
L'idea di unità nazionale espressa dal putinismo in Russia dimostra insomma come i valori spirituali del cristianesimo ortodosso, i valori laici (non permissivisti) e l'apporto ideologico del socialismo possano convergere. Gran parte dei russi stessi è tanto legata alla Chiesa ortodossa quanto nostalgica dei diritti sociali del sistema sovietico, distrutto da un vero esempio di ex-comunista nichilista: Gorbaciov (che tuttavia nel 1989-91 sarà stato sicuramente lodato e incensato dagli attuali cristianisti, per aver fatto crollare l'URSS insieme a Wojtyla, Lech Walesa e ad altri testimonial del cattolicesimo filoatlantico).
Chi quindi è convinto di vedere in Russia una guerra tra cristianesimo sanfedista, il bene, ed un asse del male di "comunisti" (quindi automaticamente anche usurocrati-ebrei-massoni-atei-satanisti) non sa cosa dice. Anzi, impedisce ad altri di capire come dovrebbero crearsi anche da noi le condizioni favorevoli per una convergenza politica tra cristianesimo cattolico e ortodosso, post-marxismo ed antimperialismo sovranitario (e magari anche islam, ovviamente emendato di ogni deviazione taqfirita, wahhabita e salafita).
Del resto, la colpa vera è di certi autori a cui si dà ascolto. Si consideri la balordaggine di alcuni "sovranisti" ed euroscettici secondo cui in occidente non c'è il capitalismo (finanziario e globalizzato), ma una forma di economia statalizzata, anzi, addirittura collettivista e socialista (sic!). Ecco, il genere di "teorici" è questo.
Intanto, sarebbe bene evitare di mettere sullo stesso piano le esperienze di socialismo sudamericane, africane ed asiatiche (tra cui quella sovietica) e l'infame "comunismo occidentale", quello da cui è nata la "sinistra", la sponda del capitalismo e della sua propaganda degenerata. Come pietra di paragone si prendano proprio i rapporti con la religione: i comunisti russi hanno già pubblicamente abiurato l'antica posizione anti-religiosa, per bocca proprio di Zjuganov che è in ottimi rapporti con il capo spirituale della Chiesa ortodossa russa; il Patriarca Kirill/Cirillo... anch'egli sostenitore di Putin.
L'idea di unità nazionale espressa dal putinismo in Russia dimostra insomma come i valori spirituali del cristianesimo ortodosso, i valori laici (non permissivisti) e l'apporto ideologico del socialismo possano convergere. Gran parte dei russi stessi è tanto legata alla Chiesa ortodossa quanto nostalgica dei diritti sociali del sistema sovietico, distrutto da un vero esempio di ex-comunista nichilista: Gorbaciov (che tuttavia nel 1989-91 sarà stato sicuramente lodato e incensato dagli attuali cristianisti, per aver fatto crollare l'URSS insieme a Wojtyla, Lech Walesa e ad altri testimonial del cattolicesimo filoatlantico).
Chi quindi è convinto di vedere in Russia una guerra tra cristianesimo sanfedista, il bene, ed un asse del male di "comunisti" (quindi automaticamente anche usurocrati-ebrei-massoni-atei-satanisti) non sa cosa dice. Anzi, impedisce ad altri di capire come dovrebbero crearsi anche da noi le condizioni favorevoli per una convergenza politica tra cristianesimo cattolico e ortodosso, post-marxismo ed antimperialismo sovranitario (e magari anche islam, ovviamente emendato di ogni deviazione taqfirita, wahhabita e salafita).
Del resto, la colpa vera è di certi autori a cui si dà ascolto. Si consideri la balordaggine di alcuni "sovranisti" ed euroscettici secondo cui in occidente non c'è il capitalismo (finanziario e globalizzato), ma una forma di economia statalizzata, anzi, addirittura collettivista e socialista (sic!). Ecco, il genere di "teorici" è questo.
Quanto al patriottismo di Putin in difesa della sua nazione, scambiato per nuova incarnazione del "vero socialismo di Hitler e Mussolini" contrapposto al bolscevismo creatura "degli ebrei massoni", sfugge come in realtà la componente determinante di quel patriottismo sia... ops, l'antifascismo-antinazismo.
Sia chiaro, resta ripugnante l'antifascismo italiano, con il suo stantio uso strumentale in nome della lotta a un inesistente 'neofascismo dilagante'. Di dilagante, c'è solo l'ideologia attuale del potere, quella del politicamente corretto; e i neofascisti sono 4 gatti (utili come saltuaria manovalanza del potere, come i centri sociali okkupati).
Cosa diversa è invece l'antifascismo in Russia. Dove nella coscienza del popolo (il popolo vero, non gli oriundi riccastri emigrati negli Stati uniti et similia) il patriottismo è soprattutto memoria indelebile delle atrocità dell'occupante nazista contro la popolazione, e della resistenza contro di esso. Sin dagli inizi della sua carriera, Vladimir Putin ha cementato il sentimento nazionale richiamandosi alla memoria di quelle vicende per affrontare i pericoli futuri. Pericoli che attualmente, sul fronte ucraino, provengono dai neoeredi dichiarati proprio del collaborazionismo filonazista etnorazzista ed antirusso sconfitto nel '45, ora riesumato per realizzare gli obiettivi geo-strategici di UE, NATO, Gladio, CIA.
Del resto, ci si potrebbe aspettare diversamente da un uomo che s'incontra con i veterani della Seconda Guerra mondiale per complimentarsi con loro, e che aveva pensato addirittura di ripristinare il nome di Stalingrado per la città russa simbolo della resistenza antinazista?
Ancora Putin si è dichiaratamente espresso contro l'equiparazione del comunismo al nazismo, ed il 5 Maggio 2014 ha firmato una legge sulla responsabilità penale in caso di riabilitazione pubblica del nazismo o di negazione dell'olocausto. Se non bastasse, il 21 Novembre dello stesso anno l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una nozione della Russia che condanna il nazismo in tutte le sue forme; unici paesi a votare contro sono stati Canada, Ucraina e Stati Uniti d’America; astenuti 50 paesi tra i quali pressoché tutta l'UE (Italia compresa).
Infine, in merito alla tesi di un presidente russo teocon, alle prese con una nuova Lepanto contro le "bestie musulmane che conoscono solo odio", Putin il 23 settembre 2015 ha inaugurato una nuova grande moschea nella capitale russa. In un paese nel quale i musulmani sono 20 milioni, 2 milioni nella sola Mosca, non si potrebbe fare diversamente per assicurare la convivenza pacifica di tutte le culture e religioni nel pieno rispetto fraterno e reciproco.
Pasquino
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