sabato 6 dicembre 2014

Svendite natalizie

A Taranto la vicenda ILVA si evolve, come previsto, verso il passaggio della fabbrica a una nuova proprietà, papabili quello della Marcegaglia o una cordata estera. Calato ormai il silenzio sulla questione della riconversione e risanamento ambientale, essendo queste espressioni via via scomparse da prime pagine e servizi giornalistici, rimanendo tutt’al più negli articoli dei vari atti e progetti di legge governativi, come menzione formale. Pertanto, i tarantini dovranno subire diossina e tumori come prima. L’inchiesta giudiziaria sul piano pratico è solo servita a smuovere interessi di pochi poteri forti economici, facendo semplicemente passare l’azienda da un gruppo a un altro. Il tutto avallato e agevolato dal governo Renzi, e dalla nazionalizzazione temporanea che intende compiere a mezzo della Cassa Depositi e Prestiti (non nuova a operazioni opache dello stesso tipo). Una nuova prevedibile, ennesima nazionalizzazione delle perdite per poi privatizzare i profitti: quanto ci rimetteranno le casse dello stato??? (vedi la svendita dell’ILVA nel ’93 ad opera di Romano Prodi).

Intanto è passata la riforma del mercato del lavoro. Non c'è stato bisogno di alcun voto di fiducia per dare l' addio all'art.18: via libera, quindi, alla scomparsa della reintegrazione per i licenziamenti economici, al demansionamento, al controllo a distanza dei lavoratori, alla cancellazione della cassa integrazione per le aziende in fallimento e contratto a tutele crescenti mantenendo intatta la legislazione che autorizza la precarietà assoluta. La distruzione del diritto del lavoro fa la differenza tra un paese libero e un regime autoritario... Grazie a tutti i parlamentari, sindacalisti e aderenti a questa sbrindellata e corrotta sinistra che hanno favorito questo atto criminale sotto la indecente presunta modernità di una democrazia formale.

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