mercoledì 3 dicembre 2014

Okkupiamo (che è Natale)

Testimonianza... Nel 2008 ho avuto l'occasione di vedere "dall'interno" quella che fu chiamata "l'onda studentesca" contro la riforma Gelmini. Da militante di partito, e da partecipante a 2-3 manifestazioni a Bari. Già quando vidi il primo megacorteo di liceali concludersi con un raduno in un'aula di lettere dove un "barone" universitario sinistro tenne un discorso di appoggio alla protesta insieme ai rappresentanti studenteschi Udu (oggi aderenti all'attuale "Link") ebbi la conferma che si trattava di un'inutile sceneggiata "controllata".

Nel 2008 furono occupati istituti in tutta Italia, il caso restò a lungo al centro delle cronache televisive e giornalistiche: sembrò insomma che quell'"onda" fosse una protesta vincente. Ma ovviamente, finì presto nel nulla. E questo dopo che i giovani burocrati del partito e non solo avevano annunciato la "revoluciòn". Non solo la riforma Gelmini è rimasta tranquillamente in vigore, ma anche quelle dell'Aprea, e dopo abbiamo avuto quella di Profumo e così via. Tutte nel senso della privatizzazione neoliberalizzazione della scuola e dell'università.

Quindi, cari studenti medi, se già la grande onda del 2008 è stata un bluff, a cosa può servire OGGI occupare licei? Limitatevi a godervi il tempo libero dalle lezioni, ma NON venite a dire che proteste fatte in questo modo difendono il diritto all'istruzione. Proteste in cui gli scioperanti non conoscono neanche per cosa protestano (ma neanche nel 2008) e i burocrati che organizzano e guidano i cortei e le occupazioni, son rimasti gli stessi.

Non dico che non ci sia qualcuno di seriamente motivato tra gli studenti, come lo erano il sottoscritto ed altri in precedenza. Ma costituiscono sempre una parte estremamente minoritaria rispetto alla massa in sciopero. Le occupazioni allora potrebbero servire proprio come occasione di andare a sensibilizzare la "maggioranza" che protesta solo per istinto con mezzi più "pesanti" e continui: che vanno dai volantinaggi, ai cineforum, ecc fino ai (si, purtroppo noiosi) seminari su leggi e decreti con cui i vari governi hanno distrutto la scuola italiana. La conoscenza di queste norme, sarebbe la cosa fondamentale per la lotta. Ma se queste azioni mancano o sono svolte senza un minimo di assiduità  e stakanovismo... non potremo che prender atto che la scuola pubblica è già morta.

Pasquino

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