Gina, Nardino, Nico, Luigi (personaggi del libro "O' sangue amare", di Adele Dentice) sono ancora lì, tra i volti dei
bambini che giocano per le strade della città vecchia, delle periferie della
nostra città sempre più abbandonate, dove le scuole chiudono, lasciando
all’illegalità l’onere dell’educazione di giovani vite, manovalanza a buon
prezzo per chi non ha scrupoli, per chi sa che “campare” vuol dire
sopravvivere..
.. e in
questo che la scuola ha il suo ruolo chiave, l’alternativa ad un futuro
inesistente, un futuro a senso unico, verso le patrie galere o contro un
proiettile ..
Ho una
possibilità? Questo offre la scuola, prima dell’istruzione ed educazione: la
possibilità di scegliere, la possibilità di cambiare, la libertà di essere ciò
che si vuole diventare..
.. “A ci
appart’in?”: questo imparano le giovani vite delle nostre periferie, a
conoscere i nomi, i volti di coloro che li aiuteranno nella vita, perché
“quelli” li aiuteranno, non lo Stato, non la Società, chiusa e barricata a
difendere gli interessi delle caste..
sì, delle:
perché di caste ce ne sono tante,.. e allora anche loro si stringono in una
casta, “Ij appart’eng.. e tu a ci appart’in?”..
.. io
appartengo al mondo, è questo che dovrebbero sapere i bambini, e con questa
consapevolezza dovrebbero crescere nel mondo, supportati da una scuola che sia
in grado di formare uomini..
.. ma
questo a “chi decide” non piace, non interessa..
tagliare
fondi a scuole private? Eh no!.. quelle non si toccano..
.. meglio
la D-istruzione pubblica, che stanno perpetrando insieme all’annientamento
della sanità, al taglio degli ammortizzatori sociali, all’agonia del piccolo
commercio, alla invivibilità delle strade e della città, sempre più a misura di
ricco, sempre meno a misura di bambini, famiglie..
.. e allora,
ve lo diciamo ancora una volta a bassa voce, un’altra volta con le buone maniere: BASTA.
Vedo tutto questo potenziale. E lo vedo sprecato. Porca puttana,
un'intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli, o schiavi coi
colletti bianchi. La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare
lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di
mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la Grande
Guerra né la Grande Depressione. La nostra Grande Guerra è quella spirituale,
la nostra Grande Depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la
televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti
del cinema, rock stars. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne
abbiamo veramente le palle piene!
(Fight Club 1999)
L’urlo di Mafalda
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