lunedì 1 aprile 2013

L'incultura


Nel 68 i giovani si sentivano più colti dei loro genitori, il pensiero critico a cui la conoscenza li allenava fece  profilare  tra loro  la convinzione che chi avesse  la responsabilità delle guerre nella storia moderna fossero le democrazie più che le dittature, ma questo è un pensiero scorretto cancellato dall’idea diffusa che imparare e approfondire le proprie curiosità è superfluo, d’altronde con internet tutto diventa più facile immediato,  così i genitori e i nonni sono diventati più anacronisticamente acculturati e la scuola non serve praticamente più a niente  né ad istruire e tanto meno ad educare. I giovani non imparano più nulla , perchè non c’è più nulla da imparare  ciò che si deve sapere viene veicolato dai mezzi di comunicazione di massa la scuola è trasformata ormai  in un mercatino che eroga servizi educativi tratti dalla rete, eliminando qualsiasi forma di interesse dal momento che ciò che serve è lì pronto per l’uso e ciò che  risale a prima della nascita non è che  retaggio romantico di un mondo perduto . Così è facile assistere alla ectoplasmatica diffusione di vuoti saperi ridondanti e ossessivamente ripetitivi autorevolmente interpretati da servili  giornalisti o intellettuali che si commuovono nell’annunciare disgrazie e fare la conta di vittime infelici e sofferenti;
una forma di altruismo molto  utilizzata dai nostri politici saltellanti  che gareggiano nell’esporre le loro emozioni “scadenti” negli studi televisivi . Le loro lacrimevoli passerelle alimentano l’individualismo di massa trasformando i “diritti dell’uomo”  in un umanismo spietato e cinico, mentre  il cittadino comune ipnotizzato dagli studi televisivi o dai distruttivi net work cade nella trappola dell’immediatezza dell’emozione, solo che tutta la passione altruistica si dissolve tra il moralismo benpensante e la percezione del proprio sé, svelando  inevitabilmente la vera natura di questo amore, puro  egoismo mascherato
La prova del nove ci è data dalle strade vuote, abitate da individui soli e piegati dal peso dell’esistenza, infettati da personaggi più o meno pittoreschi che lanciano sfoghi veementi contro il sistema  la politica, i cattivi e il megapotere, che si appoggiano ai tardivi scopritori delle banche come responsabili abietti della crisi, i cittadini comuni sono ormai stati drogati dalla fame di notizie che si dissolvono appena enunciate, dagli scandali più o meno pruriginosi mentre la Fame, quella vera, comincia a profilarsi su un orizzonte sempre più vicino. Qualunque altra notizia o voce non allineata passa sotto silenzio, in pace e in democrazia, come sempre in pace e democrazia sono ignorati i diseredati, i poveri gli ultimi I dannati della nostra povera Terra
adele dentice

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