sabato 3 ottobre 2015

Se ci dicono che in Italia non si elegge il governo...

I fanatici del formalismo contro il popolo che sceglie. L'ultima tendenza della vulgata pro-renziana, inaugurata da personaggi come Umberto Eco, è condannare noi poveri ignoranti che osiamo lamentarci di tre governi non eletti dal popolo. Questo governo (come i precedenti Letta e Monti) sarebbe regolare in quanto la Costituzione scritta non dice espressamente che i cittadini eleggano il capo di governo ed esecutivo, ma solo che essi votano solo i parlamentari; poi sono i parlamentari a scegliere il governo e il presidente del consiglio tra chi vogliono, anche tra personaggi non "politici". 

Di certo però i costituenti (pur sopravvalutatati) non avevano in mente un paese nel quale un governo dopo l'altro venisse scelto "ad opera dello Spirito Santo" e in evidente contraddizione con il responso delle urne; un paese in cui i premier fossero nominati anche tramite espedienti poco puliti (es. Monti nominato senatore a vita da Napolitano proprio per riuscire a insediarlo a Palazzo Chigi).
E si noti come molti di coloro che trovano "normale" questa situazione, e fanno i saccenti con chi parla di governo non eletto ("parli senza conoscere la costituzione!"), in genere sono gli stessi che da mattina a sera denunciano i "dittatori" (Putin, Assad, Gheddafi, Chavez) di certi paesi, accusandoli ... di non essere stati eletti dal popolo e di non tenere elezioni democratiche!!

Da noi in Italia però, come ancora si insegna a giurisprudenza o in diritto nelle scuole, esiste oltre alla costituzione formale (cioè scritta) anche una "costituzione materiale". Cioè un insieme di prassi e consuetudini (osservate dalle cariche istituzionali nella concreta vita politica del paese). Essa va (andrebbe) posta sullo stesso piano della costituzione formale; stravolgerla potrebbe costituire violazione dei principi fondamentali altrettanto grave rispetto a una violazione di norma scritta. Nel caso di specie potrebbe esserlo proprio la violazione della prassi di nominare solo presidenti del consiglio espressi dal partito o dai partiti di maggioranza.
Va da sé come la costituzione formale sia stata interpretata sin da subito in senso più democratico, facendo in modo che i governi, o meglio i capi degli esecutivi, rappresentassero un rispecchiamento del partito (o dei partiti) di maggioranza.
Nota bene, non è una maggioranza "sana" quella costituita raccattando parlamentari trasformisti usciti in massa dai partiti con i quali erano stati eletti: fenomeno di trasformismo del quale dimostrazione più lampante sono oggi l'NCD di Alfano e tutta la fronda di ex-pentastellati gradualmente fuoriusciti e piddinizzatisi - i gruppi che attualmente fanno da sicura stampella proprio a Renzi.
Fino a poco tempo fa, ogni cittadino italiano era consapevole che il suo voto a un dato partito sarebbe stato un voto anche al candidato premier. Persino i simboli delle liste riportavano "Berlusconi presidente" "Casini presidente" ecc. Ciò frutto di un espresso obbligo imposto per legge elettorale, il "porcellum". Cos'era, tutta un'allucinazione collettiva auto-indotta durata per anni, decenni? O una prassi stimolata ed avallata senza smentite da ogni carica istituzionale e politica
Per questo la situazione avutasi da Monti in poi è, ancor più e ancora prima che anticostituzionale, antidemocratica.

Insomma, bisognerebbe semmai colmare la lacuna della Costituzione scritta e adeguare le leggi elettorali. Invece di attaccarsi alla lacuna stessa come pretesto per legittimare lo stato di cose. E di permettere ai parlamentari di collocare alla guida del paese chi pare a loro, anche personaggi di quarta fila, banditi... individui che, in ogni caso, non hanno raccolto voti e consensi tra il popolo, perchè sino a prima mai apparsi sulla scena politica di primissimo piano.

Per cui, di nuovo, o si ripristina la prassi, o si adegua la carta fondamentale. Altrimenti si ammetta che ormai votare è (divenuto) un mero rito senza valore. Se per gli alfieri delle "riforme" e della "governabilità" questo fatto può essere bellamente snobbato, allora gettino la maschera e riconoscano cos'è in realtà la democrazia rappresentativa in Italia: una presa in giro. 
E la smettano di dare lezioni di democrazia a presunte "dittature" libiche, siriane, cubane, cinesi. 

Pasquino

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