giovedì 11 giugno 2015

La festa della decerebrazione collettiva - anno 1

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Lanterne, fiaccole, qualche slogan ripreso dai fasti degli anni ‘70, sorrisi, incontri foto da pubblicare su F.b., giovani e meno giovani, ormai indistinguibili, che si susseguono per le strade d’Italia, una bella festa promossa o per o meno condivisa da chi è responsabile dello sfascio totale della scuola statale e costituzionale. 
L’oggetto della festa? l’ultimo atto della criminale aggressione alla scuola che si perpetua ormai da decenni col tacito accordo delle destre-sinistre sindacati.

I sindacati! il miglior strumento del potere per meglio controllare il popolo, che, approfittando come è loro abitudine del giusto scontento, vi si fiondano come sciacalli, fanno proprie le istanze, organizzano sciopericchi  che hanno solo lo scopo di far sentire tutti soddisfatti per aver compiuto il dovere civile di espressione della propria “Libertà”(sic!). 
Poi come d’accordi presi sottobanco emendare qualcosa e via, tanto si sa che tutto deve procedere come già prestabilito e voluto; tanto la gente dimentica e si va avanti, viene l’estate si bloccano per due giorni gli scrutini, le elezioni sono un optional tanto la gente o non va a votare, c’è un bel ponte lungo in mezzo e prioritarie sono le vacanze, e poi tanto chi voti e voti è la stessa cosa, e si trionfa con la metà della metà degli aventi diritto e si regalano i ruoli istituzionali ai non eletti: l’importante è la fedeltà!! 

Intanto il popolo degli intellettuali, o pseudo tali, da non confondere con quello che abita le periferie che per sua fortuna ha la terza elementare e conosce bene la realtà godendo del pensiero libero; si lascia docilmente teleguidare dagli input distribuiti con generosità dalle migliaia di trasmissioni televisive intellettual-chic, con tanto di docenti universitari e sapientoni giornalisti che, con aria scocciata e i portafogli straboccanti di soldi, distribuiscono pillole di saggezza sulla povertà, disoccupazione, pensioni sociali, immigrati (ah, ah , ah da morir dal ridere) interrotti solo dalla pubblicità. Un po-pollo intellettuale, ormai totalmente decerebrato e caduto in una sorta di ipnosi collettiva. 

Può anche succedere, però, soprattutto se il colpo diventa veramente doloroso (come gli ampi poteri concessi al Dirigente Scolastico - come se già non ne avesse tanti) che si possa profilare una qualche reazione che seppur minima è sempre fastidiosa. Tutto previsto, ecco che una mano amica per lo più sindacale o qualche deputato giovane e rampante o chi anela a fare carriera in quella manna dal cielo che è la politica (si è candidato così si sistema lui e la famiglia, ti pare niente??) , che, un po’ scamiciati e sudaticci per meglio rendersi simili ai polli, per avere visibilità mediatica giocano a contestare la nuova norma togli–tutto; e per dar sfogo all’animosità dei pollastri li si fa uscire dalle celle e gli si da l’illusione di essere grandi rivoluzionari. Così vengono armati di palloncini e tamburelli o di pericolosissime fiaccole così, durante l’ora d’aria, li si fa passeggiare felici tra le strade delle città, con il loro più smagliante sorriso vengono ripresi dalle tv mentre gaudiosi offrono generosamente il loro deretano, convinti di scrivere un pezzo di storia.

Pasquina

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