mercoledì 7 gennaio 2015

Il Kamikaze

Matteo Renzi è un politico scaltro e navigato, nonostante la giovane età. Per questo non è minimamente credibile che la cosiddetta norma "Salva-Berlusconi" inserita da lui stesso (l’ha ammesso apertamente) all'interno del testo attuativo della delega fiscale approvato il 24 dicembre scorso, sia frutto di una disattenzione o dei pareri errati dei suoi consulenti. Si tratta di una norma che depenalizza di fatto il reato fiscale per il quale Berlusconi fu condannato nel processo Mediaset, permettendogli di rientrare in politica dalla porta principale. Quella di Renzi è una cinica e calcolata mossa di real politique, perché sa benissimo che senza l'appoggio del cavaliere, il suo governo rischia di andare gambe all'aria da un momento all'altro. Pensare che Renzi non sapesse di scatenare questo vespaio, inserendo la norma nel decreto, è alquanto ingenuo. Il non eletto Matteo è ben pagato per portare a termine un preciso piano economico-politico: quello di contribuire a mantenere in piedi la baracca europea, costi quel che costi, colpendo soprattutto la parte più disagiata della popolazione. È un kamikaze, il buon Matteo, perché, com’è successo a Monti, mette in conto anche il rischio della morte politica, che però è disposto a correre; personalmente non ha niente da temere, potendo contare, una volta decaduto dalla carica di presidente del consiglio, su una pensione e indennità molto alte. Sa benissimo, insomma, di essere una pedina sacrificabile nello scacchiere della difficile congiuntura economica dell'eurozona, come lo sapevano prima di lui Monti, la Fornero, Bersani, Letta e persino Silvio Berlusconi. 

Serpico

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