
La successione negli anni di delibere, provvedimenti, pareri negativi dei comuni interessati ha fatto si che nel 2011fossero bloccati i lavori, in attesa di soluzioni alternative, del previsto collettore intercomunale per lo sversamento delle acque reflue in Lama San Giorgio che verrebbero scaricate nella condotta sottomarina di Bari Est, soluzione che ha trovato la ferma opposizione del comune di Bari che ha designato quel’area a zona balneare; la ripresa recente delle operazioni ha giustamente allarmato i comuni coinvolti e i comitati cittadini di Rutigliano e Casamassima, che hanno organizzato assemblee e presidi. Alla fine qualcosa si è mosso e i consiglieri comunali di Rutigliano, sotto la pressione del Comitato Salviamo Lama San Giorgio, hanno approvato la Delibera Numero 19 Del 03-06-13 che, però, ha un limite, quello di salvaguardare solo il proprio territorio, infatti verrebbe aggirata l’area dell’Annunziata , considerata di particolare pregio naturalistico e archeologico.
Questo non va bene, poiché riduce la tutela ad una piccola parte del territorio, mandando alla malora l’ampia area boschiva compresa tra Casamassima e Sammichele (la più vasta della zona) aggredita comunque dalle acque, anche se depurate, senza tener conto che non è escluso che queste strutture possano danneggiarsi inquinando pesantemente la lama. Infatti i comitati per la difesa della lama San Giorgio hanno presentato i dati delle analisi eseguite sulle acque prelevate: stando ai risultati l'inquinamento sarebbe elevato. «Dalle analisi, fatte da un laboratorio di Gioia del Colle, dei campioni prelevati dalla bocca del collettore di scarico il 19 novembre e il 29 dicembre scorsi, si rileva che il Bod5, un dato importante che indica la qualità della depurazione ha superato più del doppio il limite massimo», spiega Gianni Nicastro, rappresentante della rete dei comitati.
E’, questa, una vicenda complessa che presuppone una unanime intesa tra le forze sensibili per impedire che tutta la Lama diventi una fogna. Difenderla significa anche informare e sensibilizzare tutti i cittadini dell’enorme valore del territorio e come questo patrimonio potrebbe diventare risorsa economica, basterebbe un programma di rivalutazione inserendola nei percorsi turistici e culturali.
Bisogna impedire che anche questa lama segua la triste sorte del reticolato di lame che abbraccia la Terra di Bari, che a causa di politiche neoliberiste giocate a favore di interessi privati ha alterato notevolmente la morfologia di questi luoghi che ora si caratterizzano per la presenza di marcati fenomeni di degrado diffuso, degrado che assume facce differenti (urbanistico, edilizio, ambientale, sociale) ma che insieme contribuiscono a caratterizzare l'area come terra di nessuno, per questo si rende necessario un collettiva presa di coscienza in difesa di un territorio irripetibile e opporsi a chi ha pianificato scientemente la cementificazione, la cancellazione del territorio e di aree di pregio naturalistico e culturale a danno delle lame ma, soprattutto, dei cittadini e del loro benessere.

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