lunedì 1 luglio 2013

S.O.S.LAMA SAN GIORGIO

Il governo Vendola si è sempre dichiarato particolarmente attento alle questioni ambientali e alla volontà del “popolo”, ma non sembra che i provvedimenti  con cui si  autorizza  lo sversamento delle acque reflue del depuratore di Casamassima in un’area protetta come la  Lama san Giorgio, si muova in questo senso, né che rispetti la volontà dei cittadini che spesso si sono espressi contro decisioni che mettono in serio pericolo l’habitat del territorio. Va ricordato che la lama in questione, con i suoi 42 Km, è un’area di rilevante valore archeologico e naturalistico che ospita varietà di interesse comunitario, che richiederebbe la designazione di zone speciali di conservazione come la Stipa Austroitalica Martinovsky (Direttiva Europea 97/67/CE). Inoltre è presente la Quercus Troiana e una serie di inghiottitoi (scarichi naturali delle precipitazioni meteoriche). Questi fori naturali hanno avuto nei millenni un ruolo equilibratore in caso di piogge torrentizie, se venissero chiusi, onde evitare inquinamento delle falde acquifere con gli sversamenti, impedirebbero l’assorbimento dell’acqua con grande pericolo per i territori circostanti altamente urbanizzati, come la recente storia ci ha dimostrato (alluvioni del 2006).
La successione negli anni  di delibere, provvedimenti, pareri negativi dei comuni interessati ha fatto si che  nel 2011fossero bloccati i lavori, in attesa di soluzioni alternative,   del previsto collettore intercomunale per lo sversamento delle acque reflue  in Lama San Giorgio che verrebbero scaricate nella condotta sottomarina di Bari Est, soluzione che ha trovato la ferma opposizione del comune di Bari che ha designato quel’area a zona balneare; la ripresa recente delle operazioni  ha giustamente allarmato i comuni coinvolti e i comitati cittadini di Rutigliano e Casamassima, che hanno organizzato assemblee e presidi. Alla fine qualcosa si è mosso e i consiglieri comunali di Rutigliano, sotto la pressione del Comitato Salviamo Lama San Giorgio, hanno  approvato la Delibera Numero 19 Del 03-06-13 che, però,  ha un limite, quello di salvaguardare solo il proprio territorio, infatti verrebbe aggirata l’area dell’Annunziata , considerata di particolare pregio naturalistico e archeologico.
 Questo non va bene, poiché riduce la tutela ad una piccola parte del territorio, mandando alla malora l’ampia area boschiva compresa tra Casamassima e Sammichele (la più vasta della zona) aggredita comunque dalle acque, anche se depurate,  senza tener conto che non è  escluso che  queste strutture possano danneggiarsi  inquinando pesantemente la lama. Infatti i comitati per la difesa della lama San Giorgio hanno presentato i dati delle analisi eseguite sulle acque prelevate: stando ai risultati l'inquinamento sarebbe elevato. «Dalle analisi, fatte da un laboratorio di Gioia del Colle, dei campioni prelevati dalla bocca del collettore di scarico il 19 novembre e il 29 dicembre scorsi, si rileva che il Bod5, un dato importante che indica la qualità della depurazione ha superato più del doppio il limite massimo», spiega Gianni Nicastro, rappresentante della rete dei comitati.
E’, questa,  una vicenda complessa che presuppone una unanime intesa tra le forze sensibili per impedire che tutta la Lama diventi una fogna. Difenderla significa anche informare e sensibilizzare tutti i cittadini  dell’enorme valore del territorio e come questo patrimonio potrebbe diventare risorsa economica, basterebbe un programma di rivalutazione inserendola  nei percorsi  turistici  e culturali.
Bisogna impedire che anche questa lama segua la triste sorte del reticolato di lame che abbraccia la Terra di Bari, che a causa di politiche neoliberiste giocate a favore di interessi privati ha alterato notevolmente la morfologia di questi luoghi che ora si  caratterizzano per la presenza di marcati fenomeni di degrado diffuso, degrado che assume facce differenti (urbanistico, edilizio, ambientale, sociale) ma che insieme contribuiscono a caratterizzare l'area come terra di nessuno, per questo  si rende necessario un collettiva presa di coscienza in difesa di un territorio irripetibile e opporsi a chi ha pianificato scientemente la cementificazione,  la cancellazione del territorio e di aree di pregio naturalistico e culturale  a danno delle  lame ma, soprattutto, dei cittadini e del loro benessere.

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